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36. Francesco Sforza a Matteo Rippario (1453 agosto 5 "in castris nostris felicibus apud Gaydum").

Francesco Sforza fa sapere al cremonese Matteo Rippario di aver scritto a suo figlio Guglielmo di portarsi da lui per tutelare i suoi eventuali diritti sulle robe che asseriva essergli state sottratte a Quinzano. Non presentandosi in tempo, il duca non può non assegnare le robe alla parte avversa.

Matheo de Rippariis, civi Cremonensis.
Fin l'altro dì scripsemo che Guglielmo, tuo figliolo, venisse qua da nuy per defendere la raxone soa dele robbe che luy dice gli foreno tolte ad Quinzano, et mai non è venuto; del che se maravigliamo. Et perchè horamai non possiamo denegare ala parte contraria che non gli sia licentiata et liberata la soa robba, dicemo che, recevuta questa, lo faciati subito venire qua da nuy, avisandone che, non venendo fra tempo congruo da poi la presentatione de questa, nuy faremo licentiare la robba ala dicta soa parte contraria.
Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.