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499. Francesco Sforza al capitano della Lomellina 1453 novembre 13 "contra Urces Novas".

Francesco Sforza rimprovera il capitano della Lomellina per la mancata adesione della popolazione a lui soggetta alla richiesta di fornitura di vettovaglie all'esercito. Vuole che si industri perchè si porti in campo soprattutto biada per cavalli e che comandi, "sotto certa pena",che ogni comunità invii una determinata quantità di vettovaglie. Gli impone di cacciar via gente d'arme che soggiornassero lì, tranne se si trattasse di ammalati o di soldati con bollettino. In simile forma si è scritto al capitano di Casteggio, al referendario e al podestà di Pavia, al referendario e al podestà di Lodi.

Capitaneo nostro Lomelline.
Per più altre nostre lettere ve havemo scripto che dovesti operare et fare con effecto che dela iurisdicione a vuy concessa comandasseno et ordinasseno che fidesseno menate qua al nostro felice exercito più victualie fosse possibile; del che, non havendo fin a mò veduto altro effecto, se ne maravigliamo et anche ne rencresce asay. Per la qual cosa ve iteramo che gli mettiati (a) tal ordine che'l se ne conduca in più quantità possibile et maxime de biada da cavallo; et a fare questo doveti comandare, sotto certa pena, che qualunque comunità d'essa vostra iurisdicione ne debbia condure ogni septimana quella conveniente quantità che ve parirà. Ulterius se in essa vostra iurisdictione fosseno ale stantie alcune delle nostre gente d'arme, volemo che le fazati cazar via et ordinare che'l non gle sia data alcuna cosa, salvo se non fosseno così infermi che non potesseno venire via aut non havesseno bulletino da nuy. Data contra Urces Novas, xiii novembris 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.
In simili forma scriptum fuit capitaneo Clastigii, referendario et potestati Papie, et referendario et potestati Laude.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) ve iteramo che gli me scritto su rasura.