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502. Francesco Sforza a Morello da Parma 1453 novembre 15 "contra Urceas Novas".

Francesco Sforza fa presente a Morello da Parma che non deve più dare molestia ai suoi uomini per la guardia dell'Adda e, nel contempo, gli dà il ben servito per la sua attività, svolta con "diligentia, fede et prudentia".

[ 139r] Domino Morello de Parma.
Cusì como per altre nostre lettere date VII del passato, cusì per queste ve replicano che, siando per la Dio gratia reducte le cose nostre in modo che non è da dubitare (a) che li inimici passano più Adda, ve dicemo che più non debiate dare molestia né graveza al'homini nostri per cagione delle guade d'Ada, et ulterius cessante la cagione del dubio havevamo de quelle quando ne gli mandassemo. Considerando ch'el vostro essere lì non è necessario più, poteti andare a vostra posta ad Milano o dove meglio ve pare o piace; del vostro servito ve comendiamo asai como de quello che ha servito cum diligentia, fede et prudentia. Ex felicibus castris nostris contra Urceas Novas, xv novembris 1453.
Ser (b) Iacobus.
Cichus.

(a) dubitatare in A.
(b) Segue Antonius depennato.