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51. Francesco Sforza al referendario di Lodi (1453 agosto 10 "in castris apud Gaydum").

Francesco Sforza loda il referendario di Lodi per quanto ha fatto "in la materia del trattato dale Gerole", ma lo rimprovera per la risonanza fatta allo "examine" che, anzichè passarlo quasi sotto silenzio, "sia stato facto quodammodo sono tube" e, soprattutto, lo redarguisce per essersi surrogato al podestà fin nei primi atti del procedimento, non consegnandogli neppure l'incriminato Gazo. Eppure, il duca aveva scritto al podestà di lì "che facesse de Iacomino Gazo quanto voleva iusticia". Da ciò la sferzata dello Sforza al referendario prevaricatore nelle sue attribuzioni : "il vostro proprio officio è de provedere el facto de l'intrate nostre, et non saria bene che vuy faceste l'officio del podestà". Da ciò l'ammonizione: "così in questo caso come in quello accaderanno per l'advenire (...) guardateve de presumere l'officio del nostro podestà", perchè sarebbe pronta la sanzione: "ve faressemo sentire che non faresti bene".

Egregio referendario nostro Laude.
Molto comendiamo la vostra diligentia et sollicitudine haviti usata così in laudare ale Gerola, como in fare l'altre cose havite facte et exequite in la materia del tractato dale Gerole, e de tuto rimanevamo molti satisfacti de voi; ma per certo ne siamo tropo meravigliati et anche ne dolemo che, havendo nuy ordinato che lo examine fosse facto sotto più silentio che sia possibile, sia stato facto quondammodo [ 16v] sono tube et in tal modo che non lo sa se non Dio et tuta la zente del mondo, che è stato tuto contra la mente nostra, et che molto più ne dole, havendo nuy scrito al nostro podestà de lì che facesse de Iacomino Garzo quanto voleva iusticia, tenessero modo, con volere che prima se promectesseno xv ducati a Castelletto, nostro provixionato, et tra uno et un altro, ch'el non fo consignato nele mane del dicto nostro podestà nel termine havevamo ordinato; et più doveresti sapere che tale administratione non tocha a voi et il vostro proprio officio è de provedere el facto del'intrate nostre et non saria bene che voy faceste l'officio del podestà. Sichè lassate l'officio suo a luy, così in questo caso como in quelli accaderano per l'advenire, et guardateve inante de presumere de impedire l'officio del nostro podestà, perché ve faressemo sentire che non faresti bene. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.