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643. Francesco Sforza al conte Antonio Crivelli (1453 dicembre 11 "apud Marchariam").

Francesco Sforza fa sapere al conte Antonio Crivelli che quel che ha diffuso in città Cristoforo Roverino circa il vescovato non corrisponde al vero. Giovanni Collo è stato, sì, da lui, ma non ha riportato quello che il duca ha detto. Per tranquillità del conte lo assicura che proprio in queste ore manda un suo uomo a Roma con lettere ai suoi ambasciatori per sollecitare dal papa bolle per suo fratello. Infine, gli richiede un prezzo del frumento più onesto, come gli ripeterà ser Antonio.

[ 168r] Comiti Antonio de Crivelis.
Havemo recevuto Ie vostre lettere et per quelle inteso quanto scriveti havere seminato per quella cità Christoforo Roverino circha la materia del vescovato; ve dicemo che dicto Christoforo pote havere dicto quanto vole, ma non dice el vero. Ben è vero che domino Iohanne Collo è stato da nuy, ma non ha reportato da nuy quello che è stato dicto là, anzi mandiamo in questa hora uno nostro con littere ali nostri ambaxatori a Roma che instano apresso la santità de nostro Signore Ie bule per vostro fratello; sichè circha questo statine de bono animo che non mancharemo de quanto ve havemo promesso. Quanto al pretio delli formenti nuy scrivemo a ser Antonio che sia con vuy et gli metiate uno pretio competente; e non possemo credere che gli vogliati mettere se non pretio honesto. Et cosi ve confortiamo. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.