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897. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo e a Bartolomeo da Correggio, referendari di Pavia (1454 febbraio 7 Lodi).

Francesco Sforza ordina a Gracino da Pescarolo e a Bartolomeo da Correggio, referendari di Pavia, di far avere al famiglio ducale Francesco Zorzo dai beni del vescovato pavese i venti ducati d'oro che sia loro che gli economi del vescovato gli fissarono per l'inventario dei beni del vescovato.

Domino Gracino de Piscarolo et Bartholomeo de Corigia, referendariis nostris Papie.
Ne ha significato el nobile Francesco Zorzo, nostro fameglo, che, quando ali dė passati fo mandato a fare la descriptione deli (a) beni de quello episcopato, gli forono taxati vinti ducati d'oro cosė per vuy como per li inconomi del vescovato de provisione, et non gli ha potuto havere nč conseguire, rechiedendone proinde che'l gli sia facto el dovere. Et atese le promesse, parendone adunche ragionevole et honesta la soa domanda, volimo et ve commettemo, siando cosė como č dicto, che delli beni del vescovato faciati habia li dicti vinti ducati, omni prorsus exceptione remota. Mercenarius autem dignus est mercede sua. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue quel depennato.