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952. Francesco Sforza al podestà, ai presidenti agli affari della comunità, e ai riformatori dell'estimo del distretto di Pavia 1454 febbraio 18 Milano.

Francesco Sforza ricorda al podestà, ai presidenti agli affari della comunità, nonchè ai riformatori dell'estimo del distretto di Pavia che nella nuova riforma dell'estimo come si erano tenuti presenti i danni cagionati ai luoghi dalle varie guerre, così non si sono scordate sia le rovine da eventi bellici, fatte presenti dai conti e dagli uomini di Langosco, che le esenzioni date con lettere ducali, come neppure si è dimenticato che molti Vercellesi, aventi beni nel territorio di Langosco, non sono tenuti a pagare vigore capitulorum con il duca di Savoia, come, reciprocamente, avviene per i sudditi sforzeschi con possedimenti in terre sabaude.

Potestati et presidentibus negociis comunitatis, necnon reformatoribus extimi districtus civitatis nostre Papie.
Aciochè in la nova reformatione del'extimo che se fa si erano havuti quelli respecti che se convene alli luoghi et terre che sonno frustate per le guerre et che hanno del'altre condictione, como intenderiti, sapiati che li nobili conti et homini da Langusco alegano loro gravissimi damni recevuti per le guerre; et allegano etiamdio che molti gli sonno [ 256r] exempti per nostre lettere patente, et che molti da Vercelli hanno posessione e beni nel dicto luogo e territorio de Langusco per li quali non paghino, né sonno obligati ad pagare, vigore capituloum che havemo con lo illustre duca de Savoya disponentium che li suoy subditi, habentes bonam in territorio nostro, non siano obligati, nè debbano pagare li carichi occurrenti ala nostra Camera, et, e converso, che li nostri subditi non siano obligati, et cetera. Sichè, considerati li dicti respecti, volimo et ve commettemo che in la dicta reformatione habiati tale consideratione ali predicti die Langusco che non habiano legitima cagione de gravarse. Mediolani, xviii februarii 1454.
Ser Iacobus.
Cichus.