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194. Francesco Sforza ai presidenti di Pavia 1450 agosto 26 Lodi
Francesco Sforza si lamenta che in città entrino liberamente troppe persone: si stia attenti alle porte, osservando gli ordini ducali, in modo che non le superino quanti provengono da luoghi infetti.
Presidentibus Papie.
Dilecti nostri, havemo inteso che continuamente intrano in quella nostra cità de molte persone et non se ne ha consideracione alcuna de intendere dove vegnano. Siamo etiamdio informati che de qua de Po passano persone asay che vegnano de lochi suspecti, dele quali cose se dolemo grandemente, perché sono cagione de infectare non solamente quella cità, ma etiandio tuto lo resto del territorio nostro. Pertanto ve cometiamo et volemo provediate alle porte che niuno possa passare et se serveno li ordini nostri. Ordinati etiamdio et facti fare tal guardia alle porte de quella cità che niuno, sia chi se voglia, possa intrare venendo da loco contagioso et infecto, provedendo ulterius alli pavesi infecti che sonno mandati de fora della cità, in modo non habiamo casone de morire de fame et in necessità et andare de qua et de là ad infectare li altri lochi. Laude, die xxvi augusti 1450.
Cichus.