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243. Francesco Sforza a Benedetto Schiti 1450 settembre 1 Lodi

Francesco Sforza ordina che anche gli esenti contribuiscano alle spese per l'argine e la palificata nel territorio di Casalmaggiore.

Potestati Casalis Maioris (1).
Dilecte noster, tra le altre cose per le quale li ambassatori de quella nostra terra sono stati da nuy, essi ne hanno rechesto che, essendo la corte overo territorio suo poca cosa et havendo de molte graveze ale spalle et de zente d'arme et de fare uno arzine et una pallificata, vogliamo providere che li exempti, como sono il reverendo vescovo (2) et li marchesi de Soragna (3), che hano di [ 121r] beni in esso territorio, contribuiscano alla spesa del dicto arcine et palificata et etiamdio che li homini dele terre del'illustre signor misser Carlo (4) lì vicine patiscano una parte dela spesa dele dicte zente d'arme, dicendo che ancora loro contribuiscano con essi homini, accadendoli carico alcuno. Quando questo potesse essere, nuy ne saresemo molto contenti per lezerire quilli nostri homini dele innumerabile graveze che hano. Pertanto siamo contenti et volemo vedi de induere li dicti exempti ad contribuire alla spesa deli dicti arcine et pallificata, poiché anchora loro ne hano utilità come li altri. Se etiamdio cum persuasione et cum honesto et piacevole modo podesti induere li homini de misser Carlo ad contribuire ala spesa di soldati, l'haveressemo molto caro per beni et comodo de quelli nostri homini. Laude, die primo setembris 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Benedetto Schiti (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 435).
(2) Si tratta del vescovo Venturino da Marni (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 790).
(3) Si tratta della famiglia Lupi.
(4) Si tratta di Carlo Gonzaga.