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325. Francesco Sforza al castellano della rocchetta di Cremona e al conestabile della porta di San Lorenzo della stessa città 1450 settembre 12 Milano

Francesco Sforza rimprovera l'uscita di notte dalla fortezza per vendemmiare uva e frutti e vuole siani puniti i fanti che hanno fatto ciò.

[ 134v] Castellano rochete (1) et conestabili porte Sancti Laurencii civitatis Cremone (2).
Dilecti nostri, havemo giara informatione che li fanti vostri et voi medesmi anchora a tempo di nocte calate le pianchete che respundeno de fori, et andati a vendemiare le uve et fructi deli nostri cittadini et poveri homeni, la qual cosa quanto sia ignominiosa et vergognosa a voi lo possiti pensare, a noy anchora è grande caricho et ne havemo richiamo assai perché, vedendo fuori li nostri homeni, li loro facultade cridano et ricorano a nuy. Ma lasiamo andare questo. Credevamo pur dovessevo essere quilli che ve reputavamo et non dovessevo mettere il facto nostro in periculo et talle schandolo, quale è aprire de nocte le nostre forteze et lassarle a quello modo in possancia deli fancti, et pertanto volimo per quanto havite cara la gratia nostra che vi abstignate da simile errore et per dare evidentia ad altri che siti malcontenti de ciò, fate punitione ad quilli vostri fanti che hano facto il malle per lo passato, admonendogli che per l'avenire non se facia più, et, se non ne farite punitione, crederimo siate vuy cagione de tuto il malle. Data Mediolani, xii setembris 1450.
Cichus.


(1) Non identificato (la persona e la carica non sono segnalate da SANTORO, Gli uffici).
(2) Non identificato (la persona e la carica non sono segnalate da SANTORO, Gli uffici).