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171. Galeotto Ratti a Francesco Sforza 1450 ottobre 29 Milano

Lettera di Galeotto Ratti con cui comunica al duca l'innocenza di Giovanni Maria da Casale per la morte di Bartolomeo. Nega che si sia gridato Marco Marcho, come sostengono tre testimoni; sei testimoni dicono invece di avere inteso chi duca duca chi Sforza Sforza.

Illustrissimo signore, siando richesto scrivere et referire ala signoria vostra de Iohanne Maria da Casale per lo vero, notifico ala prelibata vostra signoria come delo homicidio de Bartholomeo (1) ello è penitus [ 36r] innocente, però che contra non è data lamenta né prova né iudicio alcuno, como al'altra volta scrisse alla signoria vostra.
In lo facto de cridare sula torre del Rinza, et cetera, ho examinati xii testimoni de quelli ne ha dato in scripto Nicolò, tra li qualli tre dicono havere audito quella nocte cridare Marco Marcho et l'uno dice che ala voce conobbe che era uno Iohanne de Glusiano, il quale ho avuto et examinato ala corda e non dice nì confessa havere cridato a quello modo né havere oldito altri a cridare se non duca duca Sforza Sforza. Questo Iohanne già è stato publico mato et non è homo da fare stima et si ho in lo camusione in prigione, cum lo qualle la signoria vostra potrà parlare, si il piacesse. Questi tri testimonii non sonto de integra fede, maxime che pretendono questo Iohanne Maria dovere havere havute certe loro cosete haveano in quella terra al tempo dela guerra et sonno nemici loro. Item contra questi è sei testimonii de quelli de Nicolò che dicono non havere audito se non duca duca, alcuni Sforza Sforza. Item non trovo questo Zohanne da Glusiano essere stato mandato per quelli da Cassate sopra la torre, ma lui essere andato per sua materia e como loro amico. Item no trovo che in la dicta torre sianno stati quelli homicidiarii da monti per informacione che sia valida. Pertanto concludo ad sostenere davanti ogni homo che in Zohanne Maria non trovo peca né defecto, tamen lo tengo destenuto finché la signoria vostra altro non comanda. Ala quale me recomando. Ex curia, die xxviiii octobris 1450.
Excelse dominationis fidelis servitor Galeotus Ratus, et cetera, capitaneus iusticie, et cetera.
A tergo: Illustrissimo et excellentissimo domino duci Mediolani, et cetera.


(1) Bartolomeo da Parma.