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382. Francesco Sforza ai nobili, ai consoli, ai comuni e alle comunità di Incino 1450 novembre 29 Milano

Francesco Sforza richiama nobili, consoli, comuni e uomini della pieve di Incino a un decoroso comportamento verso Luchina Dal Verme e i suoi ufficiali. Rammenta, poi, il dovere di pagare il salario al commissario e agli ufficiali locali.

Nobilibus, consulibus, comunibus et hominibus plebis Incini.
Ce recordiamo haverve scripto et chiaritovi per altre nostre littere che volesevo vivere bene in li comandamenti dela magnifica madona Luchina et portarli quella reverencia a lei et ali suoi officiali et mesi che facevati ala bona memoria del magnifico quondam Aluise, perché così è nostra intentione. Et facendo vui altramente [ 80v] ne fareti turbare. Ve giarissimo ancora per esse nostre littere che non ve dovesevo intendere essere absolti dal salario del vostro comissario (1) et officiali per la composicione et pagamento deli dinari haviti pagati per la remisione deli dacii, perché non seria ragionevele che li officiali stesero lì per niente. Ma perché sentimo che negligentemente servati questa nostra mente, et maxime circa el pagamento deli officiali, molto ne maravigliamo. Et se non mutariti opinione, se demandarimo malcontenti de vuy et ne dariti materia provedergli per altra via. Fati adoncha el dovere et portateli debita reverentia et fareti bene et cosa ne piacerà. Mediolani, xxviiii novembris 1450.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica non è segnalata da SANTORO, Gli uffici).