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546. Francesco Sforza al podestà di Rosate e a Bordone de Calio 1450 dicembre 17 Lodi

Francesco Sforza ordina al podestà di Rosate di osservare la consuetudine per cui le terre dell'arcivescovo di Milano e di Bartolomeo Visconti non contribuivano per i cavalli con Rosate, ma erano tassati da per si.

[ 114r] Potestati Roxate.
Lo reverendo monsignore lo arcivesevo de Mediolano et messer Bartolameo Vesconte hanno mandati qui ad noy facendone dire che per antiqua consuetudine et anchora dicono apparere per i instrumenti, le terre et lochi loro non contribuerno may per lo tempo passato de tassa de cavalli con quelli de Raxate et che quando li signori duchi passati gli volevano dare graveza de cavalli, gli li mandava, como pareva ad loro, da per si et cussì erano allogiati, ma non che havessene ad contribuire con la tassa et portione, che fosse data ad quella nostra terra de Roxà. Pertanto volemo che in questo debbie servare et fare secondo è stato consuetudine de fare per lo tempo passato et che ad dicte terre et lochi non sia innovato niente ultra lo usato. Laude, xvii decembris 1450.
Duplicata fuit in Mediolano, xxx decembris 1450.
Iohannes.
In simili forma Bordono de Calio, capitaneo Binaschi. Data ut supra.
Iohannes.