Registro n. 3 precedente | 769 di 801 | successivo

769. Francesco Sforza a Davide de Lanteriis 1451 febbraio 9 Lodi

Francesco Sforza addebita al vicario vescovile Davide de Lanteriis il pasticciaccio per il fatto del bo': tutto sarebbe andato de plano se avesse avvisato il duca, che ora gli assicura il luogo e il tempo della restituzione dei soldi.

Domino David de Lanteriis, vicario ut supra.
Havemo veduto la resposta fate alle nostre littere del fatto del bo' et i modi tenuti in ciò, li quali ne recresse et dispiace. Et dicemo in parte essere vostra colpa che, advenga li Magistri delle intrate nostre, non per fare cosa nuova, ma sequendo l'ordine et el consueto ordine cossì, et non che uscisse tanta austerità et inhumanità et contra la voluntà et intencione nostra, che facendosse como ne scriveti al presente ne dovevati advisare noy et per littere o messi infornarne como la cosa passava, che non solamente haveramo proveduto et opportune facto remedio che non se facesse sì enorme et grave executione, ma non haveramo consentito cosa alcuna che le cose de monsignore et de Vicentio, como per le altre havemo dicto, reputamo nostre. Et cossì locho et tempore volemo questi denari ve siano renduti et restituiti et farimoli rendere, siché a ciò simili inconvenienti et cose non sequischano più. Quando occoresse simile cose, ne advisareti et sareti certi che gli sarà facta digna et opportuna provisione, et così advisareti monsignore et Vincentio de questa nostra bona voluntà circha le loro cose. Laude, viiii februarii 1451.
Cichus.