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796. Francesco Sforza a Giovanni da Alessandria 1451 febbraio 11 Lodi

Francesco Sforza dice a Giovanni da Alessandria di essere d'accordo che il sale dei pozzi di Rolando Pallavicino non vada nelle terre ducali, così è pure d'accordo che lasci venire i suoi uomini a levare il sale delle gabelle ducali. Il duca si dice in attesa della andata da lui del figlio di Rolando.

[ 171v] Domino Iohanni de Alexandria.
Havemo recevuto la vostra littera et intesso quello ne scriveti de quanto haveti sequito dela ambasiata per vui exposta alo magnifico Rolando Palavicino; restamo de tutto avisati et piacene quanto haveti facto, cmendando la diligentia et prudentia vostra. Respondendo prima ala parte de prohibire le froxacione del sale, cioè ch'el sali deli pozi d'esso Rolando non vada nelle terre nostre, ad che diceti Rolando essere de bona voglia, ne piace; così ve caricamo solicitati se gli fazano le provisione necessarie per modo lo sale de dicti pozi non vada né sia distribuito nelle terre nostre, che seria troppo excessivo danno dele intrate nostre, et poi ne avisati dela previsione gli serà facta.
Al'altra parte gli haveti exposto de fare che li homini vegnano a levare el sale dalle gabelle nostre, havemo inteso quanto prudentemente gli haveti dicto, de che ve comendiamo. Cossì havemo inteso la resposta che lui ve ha facta et dela conclusione presa de mandare suo figliolo qui da nuy; ad che non dicemo altro se non che aspectamo el figliolo venga qui da nuy per intendere quello vorrà dire più in questo facto.
Ben dicemo ch'el ne pare pur da considerare in questo facto, venendose a fare tanto danno ad Rolando, cioè de pesi vi mila de sale dice distribuirse ogni anno, siché ancora vui gli fati pensero et ne avisati del parere et iudicio vostro.
Del'andare vostro a Cremona per casone del traverso dele mercantie mantuane, et del retornare a Piasenza restamo avisati et aspectamo per vostra littera intendere quanto hareti facto. Laude, xi februarii 1451.
Cichus.