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1198. Francesco Sforza a Ventura, luogotenente di Lodi 1451 ottobre 29 Cremona.

Francesco Sforza scrive a Ventura, luogotenente di Lodi, circa il comportamento di Giacomazzo e compagni nei confronti di Vidale; non tollerando che al padre siano attribuite le colpe del figlio, vuole che siano restituiti buoi, carro e ogni altra cosa rubatagli.

Ser Venture, locumtenenti Laude.
Havimo recevuto le toe lettere, aIe quale respondendo et primo, alla parte del lavorerio de quello nostro revellino restiamo advisati e bem contenti, confortandote quanto possimo ad non gli perdere tempo, como tu ne scrivi. Alla parte dello excesso ha facto Iacomazo et li compagni contra Vidale, hay facto bene ad avisarce perché non ge lo volimo comportare nì è nostra intencione ch'el patre porta la pena per lo figliolo; et pertanto volimo che tu faci restituire le cose soe a dicto Vidale et cussì li bovi, caro et ogni altra sua robba. Ma trovandosse della robba del figliolo, quale ha contrafacto al'ordini nostri, siamo bene contenti et volimo che gli sia tolta et factoli quello vole li ordini nostri, ma non ne pare honesto ch'el patre qual, como tu scrive, forse non è contento del'errore del figliolo, porti pena alchuna. Et cossì scrivemo al dicto Iacomazo che facia la restitucione delle cose sue a dicto Vidale, senza alchuna exceptione. Cremone, xxviiii octobris 1451.
Cichus.