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215. Francesco Sforza a Filippo da Ancona 1451 luglio 17 Cremona

Francesco Sforza non condivide l'idea di Filippo da Ancona che dopo la partenza del duca siano venuti a mancare i denari per i lavori del castello di Milano. Ordina a Matteo da Pesaro di fare in modo che ogni mese si abbiano milleduecento ducati per il castello, affinché i lavori continuino e i lavoranti siano pagati. Non ha nulla in contrario che Filippo vada a Gallarate e negli altri posti per avere i denari del carriaggio.

Filippo de Ancona.
Havimo recevuta la tua lettera et inteso quanto tu ne hay scripto delli dinary per lo laurerio de quello nostro castello, che sonno manchati dapoy che nuy siamo partiti da Millano. Dicemo che fin qui intendimo che non sonno manchati, como tu dici, ma, dovendogli tu domandare tanti denary, como tu fai, et secundo che Matheo da Pesaro ne ha scripto, è pur uno stupore a dirlo non che ad farlo et maxime de presenti, como havimo dicto ad Antonio, che è retornato là. Havimo scripto et ordinato al dicto Matheo che [ 56v] faza como gli pare che ogni mese vuy là habiati per lo lavorero del castello ducati 1200, perché ne pare che cum quisti possiati molto ben fare per adesso, siché vedi cum quisti de adaptare la cosa como ti pare, per modo che de continuo se gli lavore et che non se gli interlassi niente et li lavoranti siano pagati. Del tuo andare verso Gallerà et in quilli altri luoghi che tu ne scrivi per li dinari del caregio che ti sonno manchati dicimo che nuy siamo contenti che tu gli vadi, cum questo però: et cussì fa che habbi bona advertentia che, prima tu te parti da Millano, tu lassi ordinate et adviate per tale et sì facto modo le cose de quello castello che per la tua absentia non se havesse a perdere uno minimo apto de tempo al dicto laurero, finché tu sarray tornato. Et cussì vedi de retornare subito ad Milano. Et questo fa che non manche per cosa alcuna, advisandone spesso de tutto como tu farray. Data Cremone, die xvii iulii MCCCCLprimo.
Cichus.