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705. Francesco Sforza al Consiglio segreto 1451 settembre 13 Lodi

Francesco Sforza scrive ai membri del Consiglio segreto che, con i Maestri delle entrate, deliberino in materia di gualdi; il duca si compiace per quanto fatto per gli uomini di Lecco, sollecitando il capitano della Martesana per una maggiore attenzione circa il transito delle biade. Chiede poi ai Maestri delle entrate di adare a Galeotto quanto gli spetta delle assegnazioni. Informandoli d'aver scritto a Pavia perché facciano sapere la scelta del luogo tra Milano e Pavia per lo scambio delle merci; vuole infine che, convocati Giovanni Bidello e Metello Erminulfo, officiali della Sanità a Milano, li puniscano per le estorsioni commesse.

[ 163r] Dominis de Consilio secreto.
Havimo recevute le vostre de xi et de xii del presente quale intese, respondendovi dicimo prima, alla parte di gualdi, che ve confortamo et caricamo, mò che sono lì li Magistri extraordinari, che vogliati circha ciò fare matura deliberacione et cum ogni celerità perché sappeti bene quanto releva alle intrate nostre questo facto di gualdi, che è cossì bono membro como gli sia. Della provisione per vuy facta al facto delli homini de Lecho circha el vivere loro restamo advisati; il che commendiamo sommamente perché è stato bene et saviamente facto; cossì per vostre lettere poreti tenere sollicitato el capitaneo de Martesana, admonendolo, oltra lo providere ali homini de Lecho circha el vivere loro, che anchora con ogni diligentia attenda che le biave non vadano fuora del nostro territorio, como anche noy havemo facto. Del facto de quello Bartolameo hanno facto mettere nella Malastalla quelli della Misericordia per lo furto facto, remanemo advisati, et quanto de ciò ne sia parlato lo havimo ad mente, como scriveti. Al facto de messer Galeotto non dicimo altro se non che provedati con li Magistri gli faciano opportuna assignacione, per modo possa havere li paghamenti soi, como diceti havere ordinato. Circha vero il loco da ellegere dove se possano reponere le mercantie andarano inanze indreto da Pavia ad Mediolano, per lo caso orto ad Binasco, ve dicimo havimo scripto ad Pavia che loro debiano ellegere quello loco gli parerà sia più idoneo et poy ne avisene vuy; siché anchora vuy gli ne poreti de novo scrivere sollicitando per modo che ad questo se pigli conclusione et con cellerità, como vedeti se richiede per conservacione della cità nostra de Pavia; et della deliberacione poy ne avisareti. Circh'al facto de Iohanne Bidello et Metello Herminulfo, Officiali sopra la conservacione della Sanità in Mediolano havimo bene inteso quello ne scriveti et como diceti voy, cossì dicemo anchora noy che, per querelle ne sono facte et per informacione havimo havute, trovamo costoro essersi portati deshonestamente; il che ne rendimo certi sia stato casone de apizare tanto focho in Mediolano. Et però ve laudamo che vedati omnino havergli denanzi ad vuy et perquirere et investigare li portamenti soy et le robbarie et extorsione siamo certificati hanno facto perché, havendo loro fallito, ne pare sarà sancta cosa farne punicione. Ve caricamo bene quanto possimo mettati ogni vostro intellecto et prudentia ad extinguere tanto fuocho, como è in quella cità, ponendoli [ 163v] tutti quelli ordini ve parerano salutiferri et expedienti; ma provedeti taliter che gli ordini siano observati chè non dubitamo ponto, se nel passato fossero stati observati, non saria stato tanto male. De che ve caricamo quanto più sappimo et possimo,perché quello che importa questo el cognosceti meglio de noy. Laude, xiii septembris 1451.
Cichus.