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1006. Francesco Sforza ai consoli, al comune e agli uomini del vescovato di Cremona (1452 settembre 17 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza minaccia i consoli, il comune e gli uomini del vescovato di Cremona che se cedessero, non autorizzati, a qualcuno le due vacche e il bue, condotti lì da certi borghi del cremasco, pagheranno il doppio di quanto ricavato dalla vendita.

Consulibus, comuni et hominibus episcopati districtus Cremone.
Dilecti nostri, volemo, et per questa ve comandiamo che quelle doe vache et uno bove che sonno lì, quali sonno stati conducti et menati da certe ville de Crema, debiati dicti bovi et vache retenerle apresso da voy et non le dare ad persona che viva, et sia chi se volia, se non haverete nostra lettera, certificandove che se li darete ad persona alchuna senza nostra lettera, ve li faremo poy pagare ad voy il doppio. Ut supra.
Iohanninus.
Le quale vache et bovi ve insegnarà lo tavernaro de quella terra. Ut supra.
Cichus.