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1264. Francesco Sforza a Giovanni da Caymo e ai castellani di Pizzighettone (1452 ottobre 10) apud Lenum.

Francesco Sforza si compiace col commissario Giovanni da Caymo e con i castellani di Pizzighettone per le guardie che i castellani fanno siché Fustighetto non possa causare alcun danno. Si dice pure soddisfatto che Giovanni faccia lavorare notte e giorno alla sistemazione del ponte: lo assicura d'avere ancora scritto ai Maestri delle entrate per l'acquisto del cordame. Infine, lo sollecita a far di tutto per catturare Giovanni da Milano; non riuscendo, lo informi di dove si trova per poterlo mandare a prendere.

Nobili ac fidelibus viris Iohanni Caymo comissario ac castellanis Pizleonis, dilectis nostris.
Carissimi nostri, havimo recevute le vostre lettere et inteso quanto voy castellani ne scrivete del poco dubio havete che Fustighetto né altri ve possa fare vergogna né damno per le bonissime guardie fate fare, ne restamo multo consolati e ve confortamo a cusì fare continuamente. Ala parte del ponte de che tu scrivi, Iohanne, ne piace che tu glie fazi lavorare die noctuque et attendere bene, perché l'è de quella importantia che tu pò cognoscere. Quantum ala parte dele cordarie, nuy havemo scripto più volte ali Maestri dele nostre intrate che te le fazano dare, et cusì credimo che, havendole mandate ad tore, te l'haveriano mandate. Gli scrivemo anchora per le aligate che le diano et similiter li tre pesi de giodi da dinaro como tu ne rechedi. Ceterum volemo che tu metti ogni tuo pensero per poter haver Zohan da Milano in le mani, et non lo podendo havere, almanco advisane dove se retrova, ad zò che possamo mandarlo ad piliare. Apud Lenum ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.