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138. Francesco Sforza ad Angelo de Caposilvis 1452 gennaio 28 Milano.

Francesco Sforza comunica ad Angelo de Caposilvis che oltre ai tre uomini di Calvatone che avevano dato garanzia di 400 ducati a Giovanni da Tolentino e poi erano passati da lui, altri otto individui del luogo erano andati da lui accusandolo di prendere la gente senza alcun indizio. Se così fosse, ciò è avvenuto per cattiva informazione o per troppa sua disinvoltura. Il duca gli raccomanda di esaminare accuratamente ogni cosa e di non fidarsi di ogni ciancia.

[ 37v] Angelo de Caposilvis.
Tu haveray veduto quello te habiamo scripto per quelli tri da Calvatono, quali tu credevi fossero fuziti, et erano vinuti ad Cremona, dove hanno data sigurtà de ducati 400, et de poy vinuti qui ad nuy; de poy anchora sonno vinuti qui da nuy octo altri homini de Calvatono, quali se dogliono et lamentano grandemente dicendo che tu gli hay presi quelli homini senza veruna casione et senza alcuno inditio et che vogliono obligarsi che quelli sonno presi non hanno deffecto alcuno, giongendo anchora molte altre cose quale non te scrivimo. El perché ne pare comprendere, secondo el dir loro, che, overo tu habii facto questo per qualche captiva informatione habbi havuto da qualche loro malivolo, overo ti sii mosso molto legermente ad far questo et non havendone tu sino mò trovato altro indizio. Pertanto volimo debbi intendere et examinare maturamente le informatione et inditii hay contra quelli homini hay presi et volerli intendere sutilmente, perché, se per ogni parola te fosse dicta volessi andare ad pigliare li homini nelle terre, non saria ben facto, et non trovando ti artro inditio perché quelli homini siano colpeveli ne pare li debbi liberare, ma ce ne advisa. Te dicimo bene che in queste cose te porti cum prudentia et intellecto, perché, se per ogni parola te fosse dicta, dovessi (a) pigliare li homini, seria casone de far habandonare le terre nostre. Data Mediolani, die xxviii ianuarii 1452. Cichus.

(a) In A doovessi.