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1389. Francesco Sforza all'ufficiale, al comune e agli uomini di Quinzano 1452 ottobre 23 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza scrive all'ufficiale, al comune e agli uomini di Quinzano di essere dispiaciuto per il danno recato alla gente per il mancato rispetto da parte dei nemici del salvacondotto dato Li informa di aver scritto a Brescia e in campo nemico, e di aver avuto assicurazione della restituzione di tutto quanto è stato tolto. Vuole che essi siano molto guardinghi e, nonostante ogni salvocondotto, non vadano troppo alla larga.

Offitiali, communi et hominibus Quinzani.
Dilecti nostri, havemo recevute le vostre lettere et veduto le continentie de esse. Ve respondemo che del'acto deshonesto hanno usato li inimici in rompere li salviconducti havevano concesso (a) ale nostre terre, ne habiamo preso despiacere solum per lo damno hanno recevuto li nostri, ma non ne meraviamo puncto de loro habiano cusì iniquamente ropta et mancato de lor fede, perché, quando altra rasone non glie fosse, solum gli è questa, che fanno pocha extima de remanere in questa Bressana, et, perhò, o per dericto o per indericto cercano de torre suso et fare quello male possono. Nui habiamo scripto ad Bressa et in campo condolendose de tal acto, et habiamo havuta da lor resposta volere restituire indereto ogni cosa. Nondimeno, nonobstante el salvo conducto havete da loro, voliate star pur attenti che non fessono el simile contra de voi et non andare troppo ala larga. Nui siamo qui ad Calvisano cum lo nostro exercito et procederimo per forma che vui et tucti li nostri haverete casone de prenderne ogni dì più conforto et reposo. Apud Calvisanum, xxiii octobris 1452.
Andreas Fulgineus.
A margine: De fractione salvorumconductuum per hostes terris nostris.

(a) Segue facto depennato.