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1391. Francesco Sforza a Manfredo da Forlì, a Giacomo di Arquata e a Tartalia in Pontevico 1452 ottobre 23 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza ripete a Manfredo da Forlì, a Giacomo di Arquata e a Tartalia in Pontevico d'avere informazione che i nemici intendono andare a invadere quel territorio e sperano di riuscirvi perché hanno accordi con due del posto che li aiuteranno nel loro intento. Vuole, di conseguenza, che siano vigilanti giorno e notte e cerchino di individuare i due conniventi con il nemico.

Manfredo de Forlivio, Iacobo de Arquata et Tartalie in Ponte Vico.
Questi proximi dì passati, como intendesti, ve advisassemo del'aviso quale nui havevamo havuto che li nimici volevano vegnire ad scalare quella nostra terra, ad ciò che podeste provedere che non ve occoresse mancamento. Hora mò de novo siamo advisati, in questa hora, che essi nimici pur li denno venire ad scalare la dicta terra et che hanno poco dubio che non li reusischa il pensero suo per respecto che hanno intelligentia cum dui, li quali glie deno darli mano al dicto scalamento. Per la quale cosa ve ne advisamo et commettiamove che stagate provisti et vigilanti dì et nocte per modo che ali nimici non possa reuxire el pe(n)sero loro et ad nui non possa occorere manchamento né damno, et deinde investigate per ogni via chi sonno quelli dui che hanno inteligentia seco, et advisaritine, et similmente ad que hora haverite recevuta la presente. Apud Calvisanum, xxiii octobris, hora xxiii 1452.
Bonifatius.
Cichus.
A margine: De custodia fienda ob scalationem ordinatam per hostes terre suprascripte.