Registro n. 7 precedente | 1642 di 2129 | successivo

1642. Francesco Sforza a [...] 1452 novembre 17 "ex Gambara"

I Veneziani non hanno mai voluto scendere apertamente in campo, ma se ne sono stati, tutta l'estate, rintanati nelle loro fortezze. E anche quando il 6 novembre lo Sforza si è messo con tutto l'esercito nel mezzo della campagna di Montechiari, il nemico non ha avuto l'ardire di affrontarlo. La loro guerrra è fatta di lettere, parole, ciance e minacce. Per mostrare che si guadagnano il soldo fanno incursioni nei luoghi di cui hanno salvocondotti, prendono uomini e bestiame e saccheggiano.

[ 396v] Siamo certi ad voy è noto como le gente della signoria de Venexia tucta questa estate sonno stati in li lochi forti et dove noy non siamo possuti andare, né sono may voluti condurse ala campagna. Et perché loro andavano scrivendo pur tucto lo contrario, ne conduxemo, adì vi del presente, nel mezo dela campagna de Montechiaro cum tucto lo nostro exercito et lì li aspectassemo da hora de terza fino ad hore xxii, et non gli bastò l'animo de venirgli. Et vedendo loro che noy havemo acquistato la maiore et migliore parte de Brexana et che habiamo fermamente proposto et deliberate tenerla cum ferma intentione, mediante la divina gratia, aquistare el resto, glie pare recevere grande (a) vergogna e mancamento et vorriano pur cum lettere et parole e menaze et zanze fare quello che cum la spada et forza non hano saputo né gli è bastato l'animo de fare. Il perché ve dicimo (b) che non vogliate temere parole, lettere, menaze, né zanze de costoro, perché dovete essere certi, quando non ve hanno saputo né possuto defendere cum la forza, manco ve porranno defendere cum le lettere, zanze et parole. Et voy vedete bene che in loro non se può havere fede, né credito alcuno perché non observano (c) salviconducti, fede, né promessa alcuna fazano. Se non per monstrare che meritano lo soldo hanno corso ali luoghi hanno salviconducti et pigliati homini, bestiame, item saccomanato et bruxato Offlaga, da possa fo accordata, contra ogni raxione et honestate. Siché per paure et lettere soe, ve (d) dicemo non vogliate moverve puncto dala devotione nostra, perché ve certificamo che se alcuno se moverà (e) lo gastigaremo et puniremo per modo serà exemplo ad ognuno, et farimolo gagliardamente per doe casone: l'una che lo porimo fare cum raxione et iustitia, et l'altra, perché, siando signori dela campagna, como siamo et como serrimo da qui innanzi, lo porimo fare liberamente, che niguna de queste raxone non glie hanno loro. Siché ve confortiamo ad stare de bona voglia et ve sforzate guardare dal'inganno, perché noy ve guardaremo dala forza. Ex Gambara, die xvii novembre 1452.
Cichus.

(a) Segue ha depennato.
(b) Segue dicimo ripetuto.
(c) Segue fe depennato.
(d) Segue avisamo depennato.
(e) Segue dele devotione nostra depennato.