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1689. Francesco Sforza a Giacomo dal Pozzo 1452 novembre 20 Gambara

Francesco Sforza replica a Giacomo dal Pozzo in merito alle motivazioni addotte per legittimare la partenza da Pavia ricordandogli che è creditore di 1200 fiorini per l'insegnamento universitario; che è stato privato da Gugliemo del Monferrato di tutti i suoi beni in Alessandria dati a Guglielmino Ghiringhello. L'arbitrario abbandono di Pozzo, scrive il duca ironicamente, dovrebbe indurre a una maggiore tolleranza verso i soldati che disertano, vedendo fuggire quelli che sono considerati savii e dovrebbero insegnare agli altri. Tre sono i motivi per cui Pozzo non può lasciare lo studio: il suo salario, alto; essere stato onorato, assecondato e sempre benvoluto e il rispetto e la buona fama che aveva in questo stato. Interessante ricordare il sospetto del duca che ritiene che nel docente vi fosse la convinzione che la sua assenza fosse motivo di chiudere lo studio pavese. Alla affermazione di Pozzo che sarebbe ritornato quando lo Studio sarebbe stato ordinato, il duca gli ricorda che è ordinato; se non lo farà entro quindici giorni sarà bollato come ribelle con tutte le conseguenze derivantine.

Domino Iacobo de Puteo, illustri doctori.
Havimo recevuta (a) una vostra lettera, data ad Mantua adì viii del presente, et inteso quanto per quella ne scrivite et che, per extrema necessità de non esser proveduto al pagamento dela vostra lettura, dela quale restate ad havere 1200 fiorini, et che ve sonno stati tolti tucti li vostri beni de Alexandria per lo signore Guielmo et donati ad Guielmino Gringhello, et che li Pavesi, como ingrati, ve havevano privato de potere allegare et advocare in quella città, dele quale tucte cose dicete havere facto lamenta al nostro Conseglio segreto et, non ve siando stato facto per esso Conseglio oportuna provisione, ve sete inducto ad partirve, et cetera. Dela quale lettera ne siamo non poco, ma grandemente meravigliati che ve siate partito dal nostro Studio et andato fora del nostro territorio, cossì repentine et insalutato hospite senza alcuna nostra licentia né consentimento, la qual cosa ne farà da qui nanzi havere mazore patientia cum li soldati quando alcuno adcaderà fugirsene da noy, vedendo noi fugirse quilli [ 405r] che sono pagati per savii et per insegnare el senno ad altri. Et quando ogni altro de quelli che sonno in quello nostro Studio, che sapeti gli sonno de valenthomini et de ogni conditione, havesse facto uno simile acto, non haressimo mai poduto credere che l'havessevo facto voy per tre principale casione: la prima, per essere stato da noy bene proveduto de salario et factove augumentatione in esso, como sapete, quale non se recorda che may doctore legesse ad Pavia l'havesse; la secunda, per essere stato da noi sempre honorato et carezato et bene veduto e amato non solo in loco de subdito, ma de padre per respecto dele virtù vostre et dela casa vostra; la terza, per respecto ala bona fama et reputatione che havevate in questa patria de Lombardia. Et per darvi resposta ale parte dicte de sopra, le quale dicete ve hanno inducto a partirve, dicemo che queste rasone, che allegate, non sonno state, né sonno sufficienti né aceptabile del fugire vostro, perché prima el salario che voy dicete restate ad havere, sapiamo che non è tanto ad uno grande pezo, et sempre ne siamo sforzati de farvi tractare bene et meglio che l'altri et, se restassi ti havere qualche parte, questo non serria perhò tanto errore, vedendo voy noy essere tanto oppressati dela guerra, quale iniustamente ne hanno mossa Venetiani, per la quale ne accadeno tante innumerabile spese che per la fede et bon concepto havevamo in voy, credevamo firmamente non solo havessevo portato uno poca de sufferentia de una parte del vostro salario, ma che havessevo aiutato et subvenuto ad tanto bisogno de altretanto del vostro. Deli beni che ve sonno stati tolti, se voy ne havessevo dato adviso, ve haressemo dati altretanti beni de quelli che habitano in Monferato, quali hanno nel dominio nostro, como havimo facto ad molti altri. Ala parte de Pavesi che ve hanno privato de allegatione et advocatione (b) dicimo che credemo non sia così et se pur così fosse, non credimo che nostri cittadini Pavesi se siano mossi ad fare questo senza qualche licita et iusta casione, nondimanco gli haveressemo proveduto se ne havessevo de ciò avisati. Et perché dicate che havete facta la vostra scusa al Conseglio nostro, ve dicemo che, vedendo voi che esso Conseglio non ve faceva debita provisione, dovevate (c) davanti venire da noy como ha signore et patrone, perché ad tucto haveressemo proveduto et remediato et non fugirvene, como havete facto, che ne pare l'habiate facto credendo forsi voi che la partita vostra fosse casione de disolvere quello nostro Studio et per fare el pegio che habiate sapiuto. Ma questa opinione vostra non haverà effecto, perché ve avisamo che havimo ordinato lo pagamento in Pavia de l'anno futuro ali doctori che l'haveranno integramente alli debitiri tempi et nisuno non l'haverà ad movere né impazarsene; et cossì havimo ordinato li sia facta assignatione de quello restano ad havere del passato in le intrate nostre de l'anno a venire, sichè caduno serrà satisfacto del suo servito. Et perché voy [ 405v] scrivite che quando il nostro Studio serrà ordinato, che voy tornareti, dicemo che noi (d) l'havemo ordinato, como intendite, sichè vogliate subito retornare da noy per andare ad legere como (e) legerano l'altri doctori. Et vogliate comparire personalmente denanzi al conspecto nostro fra termine de xv dì proximi futuri computando a data presentium. Et quando non vegnate fra dicto termine, ve advisamo et certificamo che, elapso dicto termino, parendone che questo sia acto tanto deshonesto, quanto dire se possa et non da essere tollerato per noy. Da mò, per questa, ve dicemo che ve tenerimo per rebello nostro et farimo inremissibiliter confiscare tucti vostri beni universalmente, mobili et stabili et applicare ala nostra Camera, et ultra ciò, si ve condurete cum alcuno signore o comunità o altra persona, ne sforzarimo, per quanto poterimo, monstrarvi che ne recresca, certificandove che questo non facemo, perché per la partita vostra crediamo ch'el nostro studio de Pavia habia ad patire alcuno desordine, né sinistro, perché, como sapete, per uno homo che glie habiate facto mancare per la benivolentia vostra, noy gli ne farimo venire doy et tre, così valenti como voy, ma solamente lo farimo per non comportarve uno acto cossì desonesto como questo, siando voy nostro cittadino et nostro subdito, como sete, perché niuno altro per l'avenire ardisca farlo. Ex Gambara, xx novembris 1452.
Christoforus. (f)
Cichus.

(a) recevuta in interlinea.
(b) Da dicimo a gli aggiunto a fondo pagina.
(c) dovevate in interlinea.
(d) Segue non depennato.
(e) Segue andarano ad depennato.
(f) Precede Irius depennato.