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1775. Francesco Sforza ai castellani di Casalmaggiore (1452 novembre 25 Gambara).

Francesco Sforza loda i castellani di Casalmaggiore per non aver consentito, in ossequio agli ordini loro dati, di accogliere nel castello Giovanni Bono che, di notte, era alla ricerca di sistemare quattro giustiziandi. Vuole, però, che se a Bono capitasse di volere sistemare qualcuno, accettino non più di tre o quattro persone; altrettanto facciano se richiesti dal podestà.

Castellanis Casalis Maioris.
Iohan Bono, nostro fameglio, quale havimo mandato lì per exequire alcune cose gli havimo commesso, ne ha scripto che quando gli forono mandati quelli iiii homini ch'el ha facto iustitiare lì, essendo nocte et non trovando persone nè loco forte ove li podesseno reponere securamente, venne da voy per volerli (a) reponere in quella nostra forteza et voy, per non contrafare al'ordini ve havimo dati, mai non li voleste acceptare; del che ve commendiamo. Ma perché, stando (b) lì dicto Zohan Bono gli porria per l'avenire accadere havere casone mettere in quella forteza qualche uno, volemo che, accadendoli ad soa rechesta per cosa importante, como era questa, gli lassate mettere in quella forteza tre fino in quattro persone. Et cossì intendimo quando li accadesse al podestà o ad altro che (c) mandassemo de havere admettere alcuna persona per cosa de stato lì dentro, le debiate acceptare. Ex Gambara, ut supra.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Marcus.
Cichus.

(a) volerli in interlinea.
(b) stando ripetuto.
(c) Segue mandassemo depennato.