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186. Francesco Sforza ad Angelo de Caposilvis (1452 febbraio 11 Milano).

Francesco Sforza fa divieto ad Angelo de Caposilvis di chiedere licenza al marchese di Mantova di poter arrestare un individuo di Correggio in territorio mantovano. Gli comunica di aver detto a Pietro da Fogliano di portarsi da lui, ma lo avverte di stare attento che non gli dia "ad intendere bubole" e, comunque non prenda alcun provvedimento senza una precedente disposizione ducale.

Angelo de Caposilve.
Angelo, havimo recevuto la tua lettera, quale intesa, te respondimo et, primo, alla parte della licentia hai domandata allo illustre signor marchexe di Mantoa di pigliare uno deli homini de quilli da Correzo nelle terre sue, che non volimo per niente che nelle terre del prefato signor marchexe tu pigli alcuno delli homini de quelli da Correzo per non dare caricho alla signoria sua, nè volimo che per niente tu gli rechiedi più simile licentìa, perchè non pò essere che nelle terre nostre non ne vengna delli soy quali farimo pigliare. Alla parte che ne domandiamo lì Petro da Fogliano, el quale é ben maistro de scholare et cetera, per fare quella faccenda, nuy gli havimo commisso vengna da ti, et cussì vinirà, adciò sappi la voluntà nostra, nuy sumo ben contenti che tu te informi molto bene como quella cosa sia fatibile et se possa recusire, et come haveray trovato questo, ne advisa subito, ma vedi de intenderte bene che non te sia dato ad intendere bubole, et per niente non fare alchuno acto né alchuna novità in questo facto se prima non ne advisi et che habi la risposta nostra. Delli advisi ne day, restamo advisati et te comendiamo. Data ut supra.
Iohannes.