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2019. Francesco Sforza al commissario di Calvisano (1452 dicembre 15) Gambara.

Francesco Sforza comunica al commissario di Calvisano che sono stati da lui alcuni di quella località per lo strame ai soldati; il duca vuole che la comunità dia mille carri di strame per i quatto mesi prossimi durante i quali i soldati dovranno stare lì. Cerchi, pertanto, un accordo con i locali per i carri di strame e avverta la gente che deve dare mensilmente un carro. Siccome gli uomini del posto si lamentano che i cittadini non vogliono contribuire ai lavori da farsi, lo Sforza vuole che vi sia un incontro del figlio Tristano, di Leonardo Scalino e di altri cittadini e tenti per giungere a un accordino per quello che devono dare.

Comissario Calvisani.
Sono stati da noi questi homini, presenti portatori per parte de quella nostra comunità, per lo facto della destributione delo strame ac quelli nostri soldati sonno lì, et perché nui intendimo mandarli alcuni altri cavalli, volimo che quella comunità ne daga carra mille de strame per li quactro misi proximi advenire, incomenzando ad calende zennaro proximo, che dicti nostri soldati haveranno ad stare lì. Siché vogli, alla recevuta de questa, essere cum quelli homini et fare compositione delle dicte mille carre de strame ne haveranno ad (a) dare, advisandone subito della dicta compositione et ordene sarà facta sopra de ciò, perché te advisaremo quello (b) sarà da fare, et così volimo debi ordinare cum li dicti homini che dagano, per lanza, ad quelli soldati nostri uno carro de strame el mese ad peso, a rasone de carro pesato, perché siamo informati che dagandoglilo altramente non è senza deferenza et errore. Preterea si gravano dicti homini che li cittadini non vogliano contribuire alla reparatione della terra, guardie et altri carichi, il perché dicti homini non gli possano bastare, attento che loro sonno quelli che possono et hanno le recheze che poteriano multo meglio contribuire che li altri, del che se maravigliamo, perché non ne pare honesto né [ 468v] ragionevole, maxime che non contribuischano alla reparatione et fortificatione d'essa terra che è cusì loro utilità, como de tucti li altri. Como sia, volimo debi essere insieme con Tristano, nostro figliolo, Leonardo Scalino, al quale scrivemo opportune, et cum li altri cictadini tucti et vedere, toto posse, de farli intendere cum li homini circa ciò per modo che restano d'acordio insieme alle dicte contributioni. Et cusì te intenderai circa il facto dello strame cum lo prefato Tristano, et de ogne cosa mandandone la lista delli cavalli vivi sonno lì. Ex Gambara, ut supra.
Christoforus.
Cichus.

(a) ad in interlinea; segue a dare stare lì depennato.
(b) Segue haverai ad fare depennato.