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2053. Francesco Sforza ad Agnolello, a Mariano e ad Andrea di Pisa (1452 dicembre 17) Gambara.

Francesco Sforza scrive ad Agnolello, a Mariano e ad Andrea di Pisa in Carpenedolo dicendo di essere avvisato di quanto gli hanno comunicato dei fanti di Giovanni Galante. Li rassicura circa l'invio di vettovaglie di cui sono carenti e si dice disposto a fornire danaro e panno per i loro saccomanni, che dicono essere scalzi i nudi; li avverte però che quello che ora riceveranno sarà un anticipo di quanto sarà dato in primavera. Quanto ai segnali richiesti, lo Sforza in partenza per Cremona e Milano, l'invita ad accordarsi con Calvisano, Isolella, Gottolengo e Acquafredda. Infine, raccomanda di fornire la fortezza del luogo al più presto e conclude esortandoli a ben comportarsi con gli uomini del luogo perché se ne avvantaggerebbero.

Agnelello, Mariano et Andree de Pisa in Carpenetulo.
Remanemo pienamente advisati de quanto per la vostra ne scrivete deli fanti de Zuhan Galante et del ricordo che ne facite de mandare là il Resegato et Piasentino: vi ne comendiamo, et non accade dire altro, perché se rendimo certi che mò debiano esser là li predicti. Ala parte del mancamento che havete delle victualie, dicimo che nui ve provedirimo per modo non paterite veruno dexaxio. Alla parte che ne recordate li votri saccomanni essere scalzi et nudi et che ve vogliamo aiutare, dicemo, respondendove, che nui siamo de bona voglia de aiutarve de qualche panno et de qualchi denari, ma ve avisamo che tucto quello ve farimo dare o in panno o in denari, ve lo farimo contare in la prestanza, quale faremo dare alla primavera; sichè sopra ciò havete a pensare et decernere quello che sia lo vostro (a) migliore perché nui, como havemo dicto, siamo pronti ad aiutarvi secondo ne rechederite. Ala parte che dicete de darne li signali et cetera, dicimo, perché nui havimo ad partirsi de qui per essere ad Cremona et ad Mediolano, ita che non possiamo provedere ac questo, ne pare che ve debiate intendere insieme con quelli de Calvisano, Isolella, Goctolengo et Acquafreda et cum li altri lochi nostri circumstanti et fra voi fare quelli signali ve pareranno, sichè ve intendiate bene insieme. Ceterum vi caricamo et stringemo vogliati, cum ogni vostro ingenio et studio, atendere a far fornire quella forteza quanto più presto ve sia possibile, sichè ulla non gli manche et deinde actenderite a far fare bone et diligente guardie per modo che non vi possa occorrere mancamento alchuno, et demun deportativi, verso quelli nostri homini et le cose et robe loro de fora e dentro, quanto più honestamente et humanamente possite, perché da loro sariti ben visti et ne receverite delle comoditate assai, como nui li scrivimo, et facendo altramente voi dovete essere certi che non vi vederanno voluntiere et non ve faranno delle commoditate et piazeveleze, che ve faranno deportandove voi bene verso loro.Data Gambare, ut supra.
Bonifatius.
Cichus.

(a) vostro in interlinea.