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230. Francesco Sforza al commissario e ai castellani di Pizzighettone 1452 febbraio 26 Milano.

Francesco Sforza ordina al commissario e ai castellani di Pizzighettone di intervenire presso i soldati alloggiati a Castelleone che non desistono dal far danni, come lamenta il sindaco del luogo, cui hanno sottratto fieno dalla sua possessione di Zanengo.

Commissario et castellanis (a) Pizleonis.
Non cessa Galeaz da Castiglione, nostro potestà de Castellione, farne querela del damno le gente, lozate in quella nostra terra, in torgli el feno della possessione sua da Zanengo, et non possimo se non maravigliarce grandemente che non disistano dal dicto damno, sapendo che l'è contra la dispositione nostra. Pertanto volimo provediati che li dicti (b) soldati non togliano più del dicto [fieno], nì diano più damno ad esso Galeazo, advisandovi se sentiremo ne cogliano più una buscha sola, non l'imputaremo ad altri che ad vuy. Data Mediolani, die xxvi februarii 1452.
Irius.
Cichus.
In simili forma quibuscunque stipendiatis in Pizleone logiatis.
Data ut supra.
Irius.

(a) et castellanis in interlinea.
(b) Segue homini depennato.