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251. Francesco Sforza ad Angelo de Caposilvis 1452 marzo 4 Milano.

Francesco Sforza assicura Angelo de Caposilvis che la povere e le munizioni che richiede saranno mandate. Preoccupa, però, il duca quanto gliè stato vociferato circa Alessio Albanese, cioè, che egli pratichi "con queli dela Signoria" (Venezia): per questo motivo impone ad Angelo che "senza dimora" si trasferisca a Pizzighettone e indaghi su Alessio, arrivando all'arresto se lo trovasse in fallo, altrimenti ripeta a lui e agli altri balestrieri di disseminarsi per il territorio.

Angelo de Caposilvis.
Havimo recevuta tua lettera et inteso quanto scrivi della polvere et munitione che adimandi: dicimo che prestissimo te la mandarimo. Ceterum, perché a noi è stato messo sospetto de Alesso Albanese, quale sta dentro della nostra rocha de Pigichitone, perché lo castellano gli à ditto se parta dellà e vada a stare nella terra, e lui non glè voluto andare, perché vole lettera soscritta de nostra mano. Ma nui non facemo caso de questo, perché mandemo la lettera a ti e tu gli li farai dare, ma a noi è referito che lui à mandato via certa sua roba e che à praticha con quelli dela signoria. Pertanto volimo che, receuta questa, senza dimora te transferischi a Pigichitone e falli dare quello gli scrivemo, quale mandemo a ti e fa che esca dela rocha e vada a stare nella terra, tanto lui quanto tuti li altri nostri balestreri che stano dentro la ditta rocha. E vedi di volere intendere il fatto del ditto Alexio, e se ne senti cosa alcuna vera, fa che sia sostenuto e provedi che non possa fare tale cosa, e non siando vero, vogli avisarne ciaro, ma vedi di volere intendere molto bene la cosa e de tutto ne avisa. Ex Mediolano, iiii marcii 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.