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262. Francesco Sforza a Mansueto Sforza 1452 marzo 5 Milano.

Francesco Sforza impone a Mansueto Sforza di dare a don Bonaventura da Montagnana, già abate dell'abbazia di San Lorenzo, i cento ducati annui pattuiti per la rinunzia da lui fatta di tale abbazia.

Domino Mansueto Sfortie.
Havimo inteso per querela de don Bonaventura de Montagnana, olim abbate de quella abbatia de San Lorenzo, che vuy recusati de fargli el debito suo delli cento ducati l'anno, come seti obligato per la renuntia luy ve fece della dicta abbatia, de che non pocho se siamo maravigliati et dolemone summamente de vuy che, havendove luy facto dicta renuntia liberamente et ad nostra comtemplacione, come fece, al presente gli (a) recusati (b) de fargli el debito suo, perché, non solo quisti, ma ne pare, havendo vuy consientia, gli ne doveristi dare delli altri. Pertanto vi dicimo et scrivimo, se haveti cara la gratia nostra etiam amore nostro et il ben vostro, provedati ch'el dicto don Bonaventura [ 68v] sia contento et satisfacto, et nuy non ne habiamo più querela, perché nostra intentione è non gli manchi cosa alcuna. Et se non lo fariti per questa nostra lettera, providerimo da poy nuy, come ce parerà, per modo el nostro el sarà satisfacto; el non expectati, perché ve ne poristi [essere] poy mal contento. Data Mediolani, die v martii 1452.
Zanetus.
Iohannes.

(a) gli in interlinea.
(b) In A recusatigli con gli finale depennato.