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416. Francesco Sforza a Agostino da Narnea (1452 aprile 21 Milano).

Francesco Sforza fa sapere ad Agostino da Narnea di aderire alla richiesta della comunità di Cremona e di esonerarla dal partecipare alla contribuzione per la costruzione della bastita. Vuole che gli mandi suo figlio Paolo , cui darà il danaro per la continuazione di detta opera che gli sta molto a cuore.

Ser Augustino de Narnea.
La comunità nostra de Cremona ne ha mandato suo ambassiatore per certe facende gli occorreno, et, fra l'altre cose, se grava essa comunità del pagamento delle opere se fanno alla bastita, rechedendone che tale graveza la vogliamo liberare. Il perchè, considerando nuy che l'à pur delle altre graveze, siamo remasti contenti compiacerli et sgravarla de quelle opere. Et pertanto volimo, et te commettimo che, dalla receputa della presente inanti, tu non la debbi gravare a quello lavorerio (a) della bastita, volendo et cometendote che subito tu debbi mandare qua da nuy Paulo, tuo figliolo, al quale farimo dare modo al dinaro per quello lavorerio. (b) Et adciò che isto interim non se perda tempo a quello lavorerio, el quale havimo molto a core, volimo che tu aut facii lavorare a credenza, aut te faci prestare per qualche modo li dinari per prosequere el lavorerio, fin a tanto ch'el dicto Paulo serrà ritornato indreto cum il dinaro per pagare aut restituire a chi haverà servito. Et cussì fa. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Iohannes.

(a) Segue et aciò che isto inetrim depennato.
(b) Segue el quale havimo molto a core depennato.