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556. Francesco Sforza alla comunità e agli uomini di Calvisano 1452 giugno 20 "apud Gonellarum".

Francesco Sforza comunica alla comunità e agli uomini di Calvisano che li apettava per giurare fedeltà nelle sue mani. Ha, invece inteso, che mandano i loro uomini nel campo dei Veneziani. Li avverte che se mandano qualcuno nel campo nemico o a Brescia e se fra uno o due giorni non inviano quattro loro uomini "cum sindacato e mandato della comunità" per prestargli obbedienza e giurargli fedeltà farà loro capire che hanno sbagliato, perchè lui è signore della campagna mentre i Veneziani non escono dalle paludi ove si sono messi. In egual forma si è scritto agli uomini di Gottolengo e di Isorella.

Comuni et hominibus Calvisani, et cetera.
Habiamo aspectato che mandassino li homini vostri ad iurare fidelità in mane nostre et prestar obedentia, et havuti resposto de mandare. Mò sentiamo che mandati li vostri homini armati in campo de Venitiani, dela qual cosa assay ne maravigliamo. Et pertanto vi dicimo che se vuy mandatati (a) homo alcuno o in campo o a Brexa, o che domane o l'altro infalanter non mandati qua da nuy quatro homini delli vostri cum sindicato e mandato della comunità vostra de prestarci obedientia e iuramento de fidelità, de mò sariti tractati dal dicto dì inanzi como inimici capitali et ve darimo ad intendere che habiati facto male et non bisongna che vuy dubitati del campo de Venitiani, perchè nuy siamo signori della campagna et loro non lassano paduli dove non se mettano dentro, nè non lassano fossi nè strate che non relevino, sichè senza dubio alcuno possiti et doveti liberamente vinire. Aliter sarrà necessario farvi tale tactamento che sariti mal contenti, advisandovi che non haveriti da nuy altra lettere se non li facti. Et cussi vogliati mandare alli vicini vostri circunstanti et confortarli ad mandare da nuy, perchè non se troviamo ad farli despiacere et damno, che mal volontiere lo farissimo. Date in castris nostris felicibus apud Gonellarum, die xx iunii 1452.
In simili forma comuni et hominibus Gottolenghi et Isolelle.
Cichus.
Bartholomeus De Claris de Golzolengo et Melchron de Nigro de Isorella tulerunt infrascriptas litteras die xx iunii, ex Castris Gonellarum.

(a) Così in A