Registro n. 7 precedente | 813 di 2129 | successivo

813. Francesco Sforza a Donato da Milano 1452 agosto 13 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza risponde al famiglio Donato da Milano che gli manderebbe i cavalli richiesti, ma che ha notizie attendibili sul fatto che i nemici mirano a coinvolgere sia lui che gli uomini di Castelleone in disordini per impadronirsi di tale territorio avvalendosi di quanti vi entrano ed escono incontrollati. Gli raccomanda, perciò, di essere molto accorto e di evitare cose che potrebbero procurare reazioni negative per la sicurezza di quella terra.

[ 206r] Donato de Mediolano familiari.
Donato, havimo veduto quanto ne hay scripto delli cavalli che ne domandi, dicemo che nuy te li mandaressimo, ma per certo dubitamo che havendo tu ad tenere quisti modi, non te intervenga uno di qualche grande schandolo et inconveniente, perché da molti luoghi siamo advisati etiam da persone fide dingne che li inimici metteno ogni loro pensiero et intellecto in coglire li homini da Castellione et ti uno dì alla tracta o in qualche altro disordine grandeper torve quella terra et dubitamo molto che havendo ad preservare in questo modo, non sia casone farvela perdere et maxime per quilli dal canto delli inimici che entrano et eschono alo ro posta senza che gli sia dicto cosa alchuna et poy anchora per le parole che hebbe a dire quisti dì quello trombetta, che fo preso, ultra questo tu vedi che Verigoli et tucti quilli luoghi delli dellì ogni cosa è piena de inimici; pertanto volimo che tu staghi molto bene actento, vigile et solicito et habbi advertentia che tu per desiderio de fare qualche cosa, non fosti, cassone che de quilli homini fosse facta qualche tirata, che ne facesse perdere quella terra, la quale tu poi pensare et maxime in questo tempo quanto importa al stato nostro advisandoti anchora che li inimici se voglino che la è conducto preda et presoni dichando che per vigore de salvoconducto che hanno quelli homini non gli pò essere conducto; siché per questa via, dubitamo uno dì non sia facta qualche tirata como havimo dicto et l'altra perché li inimici actendono quanto possono se per modo alchuno potesse torre per furto quella terra, perhò del tutto te havimo voluto advisare ad ciò sappi como te hay a governare. Ex castris nostris apud Quinzanum, xiii augusti 1452.
Persanctus.
In simili forma Galeaz de Castiliono, potestati Castrileonis.
Cichus.
Die suprascripto scriptum fuit Zanino Longo, quod veniat et se presentet ser Iacobo Malumbre.
Cichus.