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831. Francesco Sforza a Giovanni de Pillizaris, commissario di Seniga 1452 agosto 17 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza scrive a Giovanni de Pillizaris, commissario di Seniga, e al famiglio Marliano di esser informato di quelli che hanno trattenuti e del taverniere Francesco che è fuggito. Costui è certamente in colpa, mentre devono essere rilasciati gli altri che hanno fermato, ma non prima di avere discusso con loro; i "suspecti et malevoli al stato" verranno mandati a Cremona o di là dal Po. Dell'altra lettera di cui Giovanni e Marliano parlano, il duca non ha avuto notizia e dubita che i latori di detta missiva siano fuggiti, perché anch'essi nemici dello stato. Mandino a casa quei di Pescarolo, perché sono "buoni cittadini"

[ 210r] Dilectis nostris Iohanni de Pellizariis, commissario Senighe, Maraliano familiari.
Dilecti nostri, nuy havemo veduto quanto ne havete scripto per la vostra lettera facta hoge et etiandio havemo inteso quanto a bocha ne hanno referito questi homini de quella terra, presenti portatori, circ'al facto de quelli sonno stati retenuti et de quello Francesco, tavernaro, fugito, et cetera. Al che respondendovi dicimo che per la fuga ha facta el dicto Francesco, senza fallo luy deve essere in colpa, (a) et ultra questo dicti homini ne dicono ch'el l'era un captivo, che ne dubitavemo, et che certo quello altro tavernaro è innocente. Per la qual cosa ad nuy pare che vuy debiate relaxare quelli haveti retenuti, per colpa deli quali se è fugito dicto Francesco, et cossì li altri volemo bene che, inanzi li relaxiati, ve debiate intendere con questi homini, quali ne pareno molto affectionati al stato nostro, et cossì con deli altri, quali ve (b) pareranno essere devoti al stato nostro et consigliarve molto bene et discutere la cosa cum loro, perché semo certi loro ve diranno tucti quelli sonno suspecti et malevoli al stato nostro, li quali, per più secureza de quella terra, li porrete mandare a Cremona o de là de Po a confine in qualche terra, et facendo cossì ne pare non possiate fallare. Appresso, perché vuy dicete haverano scripto per un'altra vostra lettera, ve advisamo che nuy non havemo havuto lettera alcuna dele vostre, non ma questa ne hanno portata hoge questi homini et ne dicono questi homini che dubitano che quelli portaveno quella lettera siano fugiti, perché erano captivi et de legiero si intendevano con quello Francesco a fare qualche male contra el stato nostro. Siché vogliate advisarve se gli seranno retornati o non. Ancora ne pare, facto che haveriti questa discussione con questi homini, et cavati fuora quelli ve paresseno suspecti, che possiate remandare a casa quelli homini de Pescarolo, perché, siando questi homini cossì de bona voglia, como sonno, et siando cavati fora li tristi, non se bisognerà più dubitare de quella terra. Ancora, perché questi homini se agraveno del salario che pagano per ti non havendolo altro che li contribuisca, volemo tu non li molesti ala exactione del dicto salario fin a tanto serà chiarito quello deveranno pagare et quali de quelli circunstanti li debono contribuire. Data in campo apud Quinzanum, 17 augusti 1452.
Iohannes.

(a) Segue pro maxima depennato.
(b) Segue pareno depennato.