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941. Francesco Sforza a Teseo da Spoleto 1452 settembre 7 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza fa sapere a Teseo da Spoleto, in risposta alle sue lettere, che farà esaminare il prigioniero che gli ha mandato e lo informerà di quanto ne sarà ricavato. Crede che il galeone sia giunto a destinazione e replica che né il galeone, né le fuste mantovane devono fare alcuna azione senza licenza del duca. Vuole che i fanti, da lui menzionati, rimangano sul posto per altri dieci giorni; non volendo rimanerci, comanderà che i loro comuni provvedano al cambio.

Theseo de Spoleto.
Theseo, havimo recevuto due tue littere, l'una de dì iiii, l'altra de dì v del presente, et inteso quanto ne scrive per esse. Dicemo, prima, alla parte de quello presone ne hay mandato, et cetera, che nuy lo faremo examinare et de quanto palesarà te ne faremo advisato. Alla parte del galione credemo debia mò essere zonto là, et come per altre nostre te scripsimo hieri il simile, per questa te repplicamo debbi comandare per nostra parte a quilli che saranno suso el dicto galeone et fuste dello illustre signor marchese non debiano, per quanto hanno cara la gratia nostra, né moverse, offendere, né fare acto alcuno senza nostra licentia, ma fazano bona guardia in Po et stiano proveduti, siché non possano recevere damno alcuno. Alla parte de quilli fanti et cetera, dicimo che nuy volimo debbiano restare anchora per altre dece dì, et se loro se agravasseno de restare lì, faray comandare (n)elli comuni loro che mandino el contracambio loro. Data in castris nostris apud Quinzanum, die vii septembris 1452.
Iacobus de Rivoltella.
Iohannes.