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972. Francesco Sforza al vicario di Seniga 1452 settembre 12 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza scrive al vicario di Seniga d'essere contento che siano portati sotto Seniga i mulini che, lasciati ove sono, procurano danno allo stato. Deve imporre agli uomini che hanno abusivamente abbandonato la bastita di ritornarvi per fare la guardia. Smentisce la voce che quei di Gambara abbiano il salvocondotto. Ribadisce che il biscotto deve conservarsi in quella terra. Provveda con il minor possibile disagio degli uomini di lì che Rosso d'Anso abbia, senza alcun indugio la disponibilità di posti ove collocarlo.

[ 245r] Vicario Senighe.
Inteso quanto ne scrive per tue littere, te respondimo, et primo, alla parte de quilli molini che parendote ch'el suo stare dove sonno, sia dannoso al stato nostro, et possano quasi macinare lì socto Seniga come dove le sonno, siamo contenti che le faci condurre ad macinare socto Seniga. Alla parte de quilli homini che hanno presumptuosamente senza licentia abandonato quella bastia et lassatola senza guardia, dicimo che gli debii comandare per nostra parte, per quanto hanno cara la gratia nostra, debiano tornare et stare alla dicta guardia. Alla parte che tu dici che quilli da Gambara hanno salvoconducto et poriano anchora loro fare la guardia alla dicta bastia, te dicimo che non è vero che habiano salvaconducto, perché gli è stato revocato, siché non gli daray impazo per questa casone, come per l'altre nostre littere te scripsimo. Alla parte del biscotto dicimo che, facendo tanto disconzo agli homini, come tu ne scrivi, volimo che tu lo lassi in la chiesie et non faci recrescimento alli homini per questa casone. Ne rendimo certi non se possa governare nella terra senza qualche desconzo delli homini della terra, tamen nostra intentione è che per ogni modo se metta nella terra, como scrivimo al Rosso de Anso, siché teni modo provide ch'el Rosso habia loci capaci d'esso biscoto entro la terra senza alchuna dillatione. Siamo ben contenti che in questo te porti cum discretione per fare mancho desconzo se pò alli homini, ma ch'el facto nostro non se conduca alla longa, avisandote che nuy siamo informati se porrà molto ben mettere nela terra senza tropo incommodo dalli homini. (a) Data in castris nostris apud Quinzanum, die xii septembris 1452.
Marchus.
Cichus.

(a) Da ne rendimo certi a ben mettere nela terra senza troppo incomodo dalli homini aggiunto a margine.