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1026. Francesco Sforza a Rizardo da Avignone 1452 marzo 2 Milano

Francesco Sforza scrive a Rizardo da Avignone che quei di Lecco, che si rifiutano di contribuire con gli uomini di Montebrianza, così facevano nel passato, li lasci in pace. Ora, però, saputo dai missagliesi che i lecchesi Lazzaro degli Isabelli e il figlio Giovanni (i quali hanno comprato in quel territorio dei beni da quando è entrato in vigore il nuovo estimo) pagano i contributi locali, il duca ha disposto che anche in avvenire facciano altrettanto.

Rezardo de Avinione.
Te scripsimo questi dì proximi passati, ad instancia de alcuni da Leuco, li quali dicevano non essere attenuti [ 171r] a contribuitione de carichi alchuni cum quelli del Monte de Briancia per vigore deli capituli hanno cum nuy. Se così era, et che non fossero consueti a contribuire, non li dovesti artare, et cetera. Al presente, per li homini et commune de Massalia n'è exposto che Lazaro deli Isabelli et Iohanne, suo figliolo da Leuco, per alchuni beni hanno acquistato in quello territorio, dalo extimo novo in qua, sempre hanno contribuito cum esso commune. Per la qual cossa te scrivemo et commettemo, se così è vero che li dicti deli Isabelli habiano contribuito cum dicti da Massalia, como exponeno, faci et provedeno contribuiscano etiam per lo advenire, che così ne pare debito et conveniente. Data Mediolani, die secundo martii 1452. Ma voglia havere bona advertentia ad intendendere questa cosa per forma non ne venga rechiamo, et quando fosse altramente non è exposto, avisane, perché non volemo si faci contra a il debito. Data ut supra.


(a) contra in interlinea.