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469. Francesco Sforza ai rettori di Bergamo 1452 gennaio 18 Lodi

Francesco Sforza scrive ai rettori di Bergamo di restituire al comune e agli uomini di Lecco i beni immobili e i relativi frutti di tali beni giacenti in territorio veneziano, beni tolti dagli officiali veneziani perché il conte Giovanni Balbiano tiene e gode i beni di Maffeo Cattaneo della Valsassina. Il duca assicura i rettori di Bergamo che detto Cattaneo può rivendicare i suoi diritti sia presso di lui che presso gli officiali ducali.

[ 84v] Rectoribus Pergami.
Havemo lamenta dal commune et homini nostri dela terra de Leco che per li offitiali dela illustre signoria de Venetia che gli sono tolti alchuni loro beni inmobili et li fructi, ussiti deli dicti beni gli sono etiandio levati, li quali beni sono dele pertinentie del dicto loco nostro, o terra de Leco, iacenti dal canto vostro, et dicono gli è facto questo, perché el conte Zohanne da Balbiano gaude et possede li beni de uno Mafeo di Catana del Valsaxina. Dela qual cosa ne pigliamo admiratione, perché intendemo nuy ch'el dicto conte Iohanne, cum iusto titulo et perfine al tempo dela felicissima recordatione del signore duca passato nostro socero et padre, gaudeva et possideva dicti beni, siché per questo non si doveria già fare iniustitia ali dicti nostri da Leco. Et così vi confortiamo et suademo vogliati providere che li beni loro gli siano restituiti cum li fructi tolti et che da mò inanze non gline sia facto molestia, per la quale iustamente si possano lamentare, perché non manchemo nuy, nì mancaramo de rasone ad niuno de quelli dela prefata signoria più como ali nostri proprii. Et quando pur quello Mafeo Cataneo si pretenda che, contra iustitia el dicto conte Iohanne posseda quelli beni, venga o manda da nuy o dali offitiali nostri cum le rasone sue, ch'el gline sarà facto tale administratione non si poterà iustamente lamentare. Provideti adonca che li dicti nostri da Leco habiano la restitutione deli beni suoi senza altro impedimento. Laude, xviii ianuarii 1452.