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67. Francesco Sforza al console, al comune e agli uomini di Cesano Maderno 1451 [novembre] 28 Cremona

Francesco Sforza ordina al console, al comune e agli uomini di Cesano Maderno, della pieve di Seveso, di avere cura delle bestie, della biada e della roba lasciata dal defunto Barbirolo, massaro di Giovanni Tommaso Piatti, cancelliere ducale, e suo creditore di una grossa somma di danaro. Facciano in modo che nulla manchi, perché ne risponderebbero personalmente, quando detto creditore si porterà lì per prendere possesso di tutto.

Consuli, communi et hominibus Cixani, plebis Sevexi.
Iohanne Thomasio di Piati, nostro cangilero dilecto, dice havere inteso che uno suo massaro chiamato Barbirolo, el quale era suo debitore de assay buona summa de denary, como ne dovete essere informato, è morto luy et li suoi tuti, siché le bestie, biava et roba sua è remasta apresso de voy. Pertanto, perché intendemo che esso Iohanne Thomasio integramente sia satisfacto del credito suo, volemo et commandemovi expressamente che deli dicti bestie, biada et roba d'esso quondam Bar[b]irolo n'habiati bona cura et tenitily per tale forma presso de voy, che, como vengha lì dicto Iohanne Thomasio, integramente, senza altra exceptione, li possa havere, et gardati bene non vada in senestro, ché, quando per vostra casone mancasse, non havesse esso Iohanne Thomaso la satisfacione sua, vi faressimo sati[s]fargli del vostro. Data Cremone, die xxviii MCCCCLprimo.