Studio

Studio

Descrizione

Cronologia: prima metà sec. XVIIImetà sec. XX

Tipologia: pertinenze decorative

Descrizione: Posto all'estremità nord-occidentale delle sale del primo piano, lo Studio si presenta con forme architettoniche regolari e geometriche, alleggerite dalle decorazioni dipinte alle pareti e dall'imponente soffitto ligneo a passasotto realizzato da anonime maestranze lombarde tra il 1730 ed il 1740. Decorato con elementi geometrici e vegetali, il soffitto è scandito in quattro partizioni da imponenti travature lignee.
Di ambito lombardo sono anche le decorazioni paesaggistiche monocrome incorniciate da finte architetture dipinte illusionisticamente nella prima metà del XVIII secolo negli spazi sottostanti le finestre. Nel quarto decennio del secolo furono eseguite anche le decorazioni parietali con nastri che legano finti racemi floreali. Le pareti di questa sala, infatti, mostrano decorazioni a grisaille azzurre collegate a policrome composizioni vegetali con frutti e foglie.
Alternati alle decorazioni pittoriche parietali una piccola serie di tre ritratti d'inizio Ottocento donati al FAI dagli eredi della famiglia Bozzolo: questi raffigurano Cesare, Marianna e Giovanni Richini, i tre fratelli che ereditarono la Villa nella seconda metà del XIX secolo.
Nel registro inferiore numerose stampe settecentesche incise dal toscano Francesco Bartolozzi raffiguranti i mesi dell'anno.

Notizie storico-critiche: Lo Studio di Villa Della Porta Bozzolo costituisce una rara testimonianza della passione sei-settecentesca dei nobili lombardi per la cultura e la raccolta di stampe, documenti e libri. Lontano dal rispondere alle necessità di trasmettere la propria immagini di uomini e donne cortesi ammessi a frequentare le più blasonate famiglie europee e di stupire con effetti artistici gli invitati a banchetti e feste in villa, questa sala, con annesso un locale di servizio, ha una dimensione più intima, sebbene non sia scevra da colti intenti didascalici. Rimasta integra nella sua originalità e non assoggettata a furti e razzie, questa sala mostra come i proprietari della Villa avessero pensato il luogo in cui studiare ed esercitare il colto ozio dei secoli passati e in cui custodire le memorie archivistiche della famiglia. Questa sala, dunque, non costituiva solamente un luogo di cultura, ma rappresentava il cardine di un sapere, basato su atti formali e documenti notarili, che consentivano di tramandare ai posteri la status acquisito in decenni di lotte e contrattazioni. Era in questo luogo che si conservavano, ad esempio, i contratti di acquisto e acquisizione delle proprietà familiari o i patti siglati, più o meno segretamente, con gli altri nobili e dove erano custoditi i principali atti della storia familiare. Ovviamente alcuni di questi documenti erano conservati anche in altre proprietà familiari, ma il copioso archivio familiare acquisto dal Comune di Casalzuigno ne attesta quasi la sua "sacralità laica".
Anche per queste ragioni la sala fu realizzata nelle maniere così imponenti che ancora oggi sorprendono i visitatori. Questa, inoltre, non ha subito grandi rimaneggiamenti successivi alla due fasi della sua costituzione, coincidenti con la fine del XVII secolo e il quarto decennio del Settecento.
La recente catalogazione computerizzata del patrimonio della libreria ha consentito di valutare in 2519 i volumi a stampa esistenti, tra i quali emergono per valore culturale le edizioni del Cinquecento delle opere di Battista Guarino e di Petrarca, oltre all'edizione settecentesca dell'Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers scritta da numerosi uomini di cultura diretti da Denis Diderot, considerata anche una delle massime testimonianze dell'illuminismo europeo.

Collezione: Collezione di Villa Della Porta Bozzolo

Collocazione

Casalzuigno (VA), Museo Villa della Porta Bozzolo

Credits

Compilazione: Uva, Cristina (2015); Zanzottera, Ferdinando (2015)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).