Sinassi con San Giovanni Battista e l'icona della Madre di Dio "ricerca dei perduti"

scuola russa centrale

Sinassi con San Giovanni Battista e l'icona della Madre di Dio "ricerca dei perduti"

Descrizione

Ambito culturale: scuola russa centrale

Cronologia: prima metà sec. XIX

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tempera all'uovo su tavola; argento

Misure: 24.7 cm x 2.8 cm x 30.6 cm

Descrizione: L'icone raffigura, al centro, Giovanni Battista e ai lati, dall'alto a sinistra: Giovanni vescovo, martire Taisia, Gregorio Magno, Basilio Magno, Ignazio padre, martire Tetimia (?); in cornice: i santi Cipriano, Giustina, Timoteo, Maura. In alto, al centro, una piccola icona rappresenta la Madre di Dio

Notizie storico-critiche: Nella chiesa dei primi secoli, la sinassi (dal gr. Sýnaxis: adunanza) era la riunione dei fedeli per la lettura dei libri sacri e per la celebrazione eucaristica. L'icona della sinassi commemora alcuni santi, celebrata nel giorno successivo a quello di una festa importante di cui sono stati coprotagonisti. Sinassi dunque allude alla presenza di un gruppo di persone (angeli, santi e sante, metropoliti e monaciÂ') che attorniano una raffigurazione centrale.
La nostra icona, di Scuola della Russia centrale risalente alla prima metà del XIX secolo, è scritta, a tempera all'uovo su fondo oro, su tavola di tiglio intera. Raffigura, al centro, Giovanni Battista e ai lati, dall'alto a sinistra: Giovanni vescovo, martire Taisia, Gregorio Magno, Basilio Magno, Ignazio padre, martire Tetimia (?); in cornice: i santi Cipriano, Giustina, Timoteo, Maura. In alto, al centro, una piccola icona rappresenta la Madre di Dio "ricerca dei perduti" (la Madre di Dio che presta il suo soccorso ai peccatori è molto venerata dai Russi. Ad essa si rivolgono anche le fidanzate nella speranza di un felice matrimonio; i fedeli implorano la liberazione da vizi e malattie; le madri chiedono l'aiuto per i bambini, specie se orfani). L'esempio più antico di questo modello iconografico è attestato nell'icona che un tempo si trovava nella chiesa di San Georgio a Bolchov, nel distretto di Orel. Secondo la tradizione, l'icona è stata dipinta nel 1707, ma la sua venerazione ha avuto inizio verso la metà del XVIII secolo per aver miracolosamente salvato dalla morte Feodor Obuchov, un devoto contadino abitante a Bor nel distretto di Kaluga. Secondo tradizione, anche nella nostra icona Maria si presenta in busto, vestita da una tunica blu e avvolta dal maphorion di porpora regale, che la interamente. Essa regge il Bambino in un modo insolito, che la differenzia visibilmente dai principali tipi mariani; infatti, Gesù Bambino è raffigurato a pieno corpo, non siede sul braccio della Madre ma si tiene in piedi sulle sue ginocchia, con il volto accostato a quello della Vergine. Inoltre, con una mano le cinge il collo e con l'altra si regge alla sua veste e - altro dettaglio insolito nell'iconografia orientale - il suo vestitino lascia vedere le gambe nude fin sopra le ginocchia; altro dettaglio insolito sono le ciocche di capelli visibili che escono da sotto il velo della Madre. Al centro della tavola, campeggia la figura di Giovanni Battista rappresentato come l'Angelo del deserto: il Battista è qui raffigurato -gambe nude, capelli a ciocche stilizzate- con vesti di pelliccia per ricordare il suo ritiro nel deserto: da ciò il nome di "Angelo del deserto" dal greco "Angelos" il messaggero del Signore; questo concetto è rafforzato dalla rappresentazione di Giovanni con due grandi ali; le vesti di pelle ne sottolineano anche la dimensione umana, che assimila l'uomo agli animali. Con la mano sinistra srotola una pergamena con un passo del Vangelo in cui è citato come "Testimone" e regge una coppa che contiene il suo capo decollato; con la destra benedice alla maniera ortodossa. Ai suoi lati, rivestiti dai paramenti sacri, in forma piramidale, tre per tre, si vedono da sx (per chi guarda) Giovanni vescovo, benedicente e con il braccio sinistro e la mano alzati a mostrare il Vangelo, chiuso da una coperta finemente decorata d'oro; Gregorio Magno e Basilio Magno, l'uno che tiene con le due mani il Vangelo e l'altro che con la dx benedice e con la sx, rivestita da un lembo del mantello, tiene il Vangelo; entrambi sono rivestiti da suntuosi paramenti: imation, saccos e omophorion, dai vividi colori, resi più luminosi dalla crisografia; a dx (sempre per chi guarda) dell'Angelo del deserto, dall'alto, è rappresentata la martire Taisia (o Taide) incoronata e con in mano una piccola croce: quasi per bilanciare la figura della peccatrice pagana è sorta, nel vivace verziere dell'agiografia, la leggenda della Santa Taide cristiana, peccatrice anch'ella, ma penitente e redenta; davanti a lei, Ignazio padre, a capo scoperto e lunga barba grigia, vestito da monaco e Tetimia (?) martire con nella destra la croce del martirio. La crisografia illumina i panneggi dei loro abiti. Altri quattro santi sono rappresentati nella cornice che fa da contorno all'icona: a sx (per chi guarda) Cipriano, vescovo e martire: sakkos, imation, omophorion e il Vangelo in mano lo caratterizzano); e Timoteo (uno dei "70 apostoli", discepolo di Paolo e martire) ; a dx Giustina e Maura, ricoperte dal maphorion rosso del martirio. Nimbi a foglia d'oro sottolineano la santità di tutti gli adunati intorno a Giovanni Battista. L'icona è splendente per la crisografia e per una Riza in argento, a sbalzo e cesello, che lascia visibili anche la parte dipinta degli abiti, oltre che mani e volti. Nei nimbi, presenti sia nel dipinto, sia nella riza, sono inscritti i nomi dei santi raffigu

Collezione: Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi

Collocazione

Chiari (BS), Pinacoteca Repossi

Credits

Compilazione: Gualina, Camilla (2016); Lobefaro, Mariella (2016)

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