Arazzo

manifattura fiamminga

Arazzo

Descrizione

Identificazione: Paride ed Elena

Ambito culturale: manifattura fiamminga

Cronologia: ca. 1500 - ca. 1549

Tipologia: tessuti

Materia e tecnica: arazzo

Misure: 186 cm x 279 cm

Notizie storico-critiche: L'arazzo presenta la marca B - scudetto - B resa obbligatoria per decreto imperiale sugli arazzi prodotti a Bruxelles dal 1528.
La prima segnalazione dei tre arazzi si riscontra nell'Inventario giudiziale compilato, nel 1829, alla morte del conte Luigi Tadini. A tale data, gli arazzi erano conservati "Nell'antrecamera attigua al cosiddetto appartamento dei forestieri", e sono così individuati al n. 206: "tre quadri od arazzi rappresentanti varie storie con cornice di legno semplice". All'inizio del secolo gli arazzi furono trasferiti in Galleria (forse ad opera di G. Frizzoni), dove sono già esposti nella sala V (attuale sala XXII; Frizzoni 1903) e successivamente trasferiti nella nella Sala G (E. Scalzi 1929).
Non sono individuabili infatti nel successivo inventario di Palazzo Tadini (Inventario Stabilimento Tadini, ms, XIX secolo, ultimo quarto) che registra la distribuzione degli arredi prima dello smembramento avvenuto con l'asta del maggio-giugno 1919.
G. A. Scalzi (1969 e 1992) li registra nella Sala VIII, collocazione che coincide con l'attuale.
Il riferimento ad un montaggio rigido trova conferma nelle indicazioni riportate dalla guida di E. Scalzi (1929) che attesta la presenza di cornici in legno, rimosse perché tarlate. Non è chiaro se l'intervento, dato per compiuto in quell'anno, venga necessariamente a coincidere con il restauro cui furono soggetti tra il 1915 ed il 1918, eseguito ad opera della restauratrice Cornelia Mariani di Milano. In quell'occasione infatti almeno i due arazzi maggiori (D 2 e D 3) ebbero il bordo integrato in blu. L'arazzo D 1, probabilmente il migliore del gruppo, fu restaurato a spese della Regia Soprintendenza (grazie all'intervento del soprintendente Modigliani).
Dal punto di vista iconografico, l'arazzo era pubblicato nel 1903 come "Il figlio di Giacobbe condotto dall'Angelo alla Sposa"; la corretta lettura del soggetto era ristabilita da don Romolo Putelli (1926 e 1929) grazie all'individuazione dell'iscrizione "Paris" "Alex" (ma ancora nel 1929 E. Scalzi avalla la lettura precedente), in seguito mai più messa in discussione.
Marco Albertario

Collocazione

Lovere (BG), Accademia di Belle Arti Tadini. Galleria dell'Accademia

Credits

Compilazione: Passamani, Alessia (1998); Scalzi, Angelico Gino (1998)

Aggiornamento: Albertario, Marco (2012); Albertario, Marco (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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