Pala d'altare

Cavagna, Giovan Paolo

Pala d'altare

Descrizione

Identificazione: San Giovanni Evangelista in Patmos

Autore: Cavagna, Giovan Paolo (1550 ca.- 1627)

Cronologia: post 1589

Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 110 cm x 220 cm

Notizie storico-critiche: Nel 1588 Cavagna accettò di eseguire una pala per l'ancona dell'altare di San Giovanni alla condizione che se l'opera non fosse piaciuta ai committenti non sarebbe stato retribuito. Il contratto venne sottoscritto dalla MIA il 19 febbraio 1589 (cfr. "Scritture", 19 febbraio 1582, LXIV, f. 22v, Biblioteca Civica, Bergamo). Nei documenti dell'Archivio risulta però un pagamento di 22 scudi in data 12 agosto 1589 (cfr. "Terminazioni", 1586-1589, XXX, f. 180r, Archivio Congregazione Misericordia Maggiore, Bergamo). Per l'artista bergamasco si tratta del primo incarico di una certa importanza, se si escludono alcuni lavori eseguiti poco prima per il Palazzo del Podestà. Da quel momento la sua attività si intensificò e procedette ad un ritmo talmente energico da vederlo impegnato su più fronti.
La visione è descritta su un doppio registro: in alto troviamo San Giovanni assiso dentro una nuvola investito dalla luce divina in attesa di scrivere sotto dettatura. Con il ginocchio sinistro sostiene un libro mentre il piede poggia su un'aquila, suo attributo iconografico. In basso troviamo l'isola di Patmos dove, secondo la tradizione, Giovanni scrisse il libro dell'Apocalisse. L'isola è qui riprodotta in un'atmosfera offuscata dall'incombere di nuvole che risente di influenze nordiche. Sotto una tettoia di legno, in un luogo appartato al di fuori delle mura della città, Cavagna dipinse un'altra figura di Giovanni intenta a scrivere l'ultimo testo dei Vangeli. A sinistra, all'interno di una tabella appesa al ramo di un albero, è posta la firma del pittore.
L'accensione cromatica rivela delle ascendenze venete, cui si accompagnano il contrasto luminoso di derivazione savoldesca dato dagli effetti naturalistici e il plasticismo del Piazza e del Peterzano.
L'opera è stata restaurata tra il 1961 (anno di stipula del contratto, cfr. "Contratto", 21 febbraio 1961) e il 1962 da Franco Steffanoni (cfr. "Relazione sui lavori di restauro eseguiti ai dipinti della Basilica di Santa Maria Maggiore per incarico dell'E.C.A. di Bergamo", 29 giugno 1962, protoc. 1519, cat. 5, clas. 6, fasc. 17, Archivio Congregazione Misericordia Maggiore, Bergamo e "Relazione di pagamento", 23 luglio 1962, protoc. 1666, cat. 5, clas. 6, fasc. 17, Archivio Congregazione Misericordia Maggiore, Bergamo).

Collocazione

Bergamo (BG), Basilica di S. Maria Maggiore

Credits

Compilazione: Civai, Alessandra (2011); Fracassetti, Lisa (2011)

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