Modello Leybold 560 43 - oscillografo - fisica
E. Leybold's Nachfolger AG
Descrizione
Questo dispositivo è costituito da due sistemi identici montati specularmente su un sostegno metallico rettangolare. Ciascun sistema consiste di un doppino di filo con due spire e uno specchietto concavo, un dispositvo d'aggiustamento a vite e morsetti a boccola di connessione. I due elementi sono appesi tra due espansioni polari fissate al sostegno metallico Manca la finestrella colorata per distinguere i fasci di luce riflessi dai due specchietti.
Funzione: Questo oscillografo bifilare permette di studiare la forma della curva di oscillazioni elettriche (in particolare della corrente alternata 50Hz). I due canali dell'oscillografo, tra loro indipendenti, possono registrare contemporanemente, per mezzo di uno specchio girevole, due tratti curvilinei, e rendere ad esempio visibile lo sfasamento di correnti alternate con carichi di diverso tipo. Per il montaggio del dispositivo era necessario il nucleo ad U del trasformatore scomponibile, due bobine da 250 spire, un dispositivo d'illuminazione, uno specchio girevole, un motore ed un reostato, più vari accessori.
Modalità d'uso: Montate le espansioni polari sul nucleo ad U del trasformatore per esperienze che viene magnetizzato da due bobine da 250 spire, si illuminano gli specchietti mediante un dispositivo d'illuminazione. Gli specchi concavi riflettono il raggio luminoso emesso e lo deviano vericalmente seguendo la corrente che arriva dalla spira. Il raggio luminoso arriva su uno specchio girevole che provoca la deviazione orizzontale proporzionale al tempo. Sulle espansioni polari dell'oscillografo viene posizionata una montatura metallica con due filtri di colore diverso (rosso e verde) per distinguere i due fasci riflessi.
Notizie storiche: Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano. L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente. Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti. Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale. Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica. I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori. Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti. Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china. I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione. Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali. Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione. Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario. Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Autore: E. Leybold's Nachfolger AG (costruttore) (1870/ 1967)
Datazione: ca. 1959
Materia e tecnica: metallo; specchio; materiale plastico
Categoria: fisica
Misure: 19 cm x 20 cm x 16 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Friedrich J., Kroncke H. "Il trasformatore scomponibile", Milano 1964
Apparecchi Fisica "Apparecchi di fisica per l'insegnamento : Catalogo PH 58 I", Milano 1961
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008); Reduzzi, Luca (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00339/
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