Casa Caccia Dominioni

Milano (MI)

Indirizzo: Piazza Sant'Ambrogio, 16 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: casa

Configurazione strutturale: Edificio con struttura mista di mattoni per le pareti perimetrali ed i divisori interni e cemento armato per le travi ed i solai, copertura con tetto a falde.

Epoca di costruzione: 1949 - 1953

Autori: Caccia Dominioni, Luigi, progetto

Descrizione

L'edificio occupa una porzione di testa del lotto quadrangolare delimitato dalla piazza Sant'Ambrogio, da via San Vittore e dalla via Carducci, nel cuore storico della città. Il palazzo ha pianta rettangolare, cui si aggiunge una contenuta manica verso il cortile interno, ed affaccia con cinque piani sulla piazza, in linea con gli edifici contigui, e alla via San Vittore con un risvolto piuttosto contenuto.
Il prospetto principale è caratterizzato dal deciso sporto di gronda e da due loggiati, sorretti da esili colonne, al primo e al quarto piano, che generano forti contrasti di luce e ombra il cui risalto è accentuato dalle aperture, non allineate a quelle dei restanti piani.
Le porte finestre che si aprono ai piani intermedi hanno parapetti di ferro ornati da monogrammi (ACD e MP) fusi in alluminio, una raffinata concessione decorativa alla levigata e nuda superficie muraria.
Sul lato a destra della facciata si apre il portale d'ingresso, sovrastato da un arco ribassato con una cartella in ferro verniciato, originariamente arricchita dai simboli della casata dei quali, peraltro, si intravedono le tracce.
Attraverso l'androne coperto a volta si accede a due atrii contrapposti lungo l'asse trasversale, dai quali si giunge alle scale elicoidali, notevoli nella forma e nella pregevole composizione di materiali.
Il prospetto minore che accompagna l'edificio verso via San Vittore è severo, definito da un rivestimento di beole in lastre posate in orizzontale, nel quale si aprono due file di finestre a taglio decisamente verticale.
Diverso dall'antica dimora, il nuovo palazzo è moderno nella sua architettura quanto esplicitamente riferito al passato nelle sue componenti, dal rapporto dei pieni con i vuoti all'equilibrio cromatico, dal volume alle sequenze delle rientranze e delle sporgenze. Risultato che deriva da una accorta ricerca delle proporzioni e dell'equilibrio compositivo tra forme, materiali e colori.
Un approccio al tema quello del progettista Caccia Dominioni teso al superamento del modello razionalista per far riemergere i valori dell'architettura che si richiamano alla storia e alla tradizione, con continui riferimenti linguistici lombardi e milanesi.
Un intervento che in quel momento si è rivelato del tutto nuovo, privo di concessioni allo stile tradizionale e indirizzato al recupero del rapporto spaziale ed architettonico che l'antica dimora aveva instaurato con l'intorno e che l'ambiente urbano circostante nuovamente richiedeva.

Notizie storiche

In questo luogo vicino alla Basilica di Sant'Ambrogio la famiglia Caccia aveva dimora sin dal lontano Trecento; ristrutturato ed ampliato in diverse fasi, sino ad assumere caratteri architettonici settecenteschi, il palazzo fu duramente colpito dai bombardamenti dell'agosto 1943.
Le rovine rimasero per molto tempo in luogo, sino a quando fu avviato, nel 1948, il progetto di ricostruzione mirato, secondo gli intenti del progettista Luigi Caccia Dominioni, al recupero della segreta nobiltà dell'antico palazzo di famiglia.
Considerata una delle opere più significative ed originali dell'architetto milanese, particolarmente per la cura del dettaglio e la raffinata ricerca creativa, questa sua prima opera del dopoguerra si trova di fronte alla basilica di Sant'Ambrogio, tra la piazza omonima e la via San Vittore. La vicenda costruttiva dell'edificio, realizzato dall'Impresa di Costruzioni ALPE, ha attraversato non poche difficoltà, essenzialmente legate alla monumentalità del luogo. In particolare la nuova facciata, dopo una sospensione dei lavori, fu al fine approvata dalla locale Soprintendenza ai Monumenti che, dopo aver constatato la fatiscenza delle murature con il sopralluogo di un tecnico incaricato, revocò la disposizione di mantenere la facciata del preesistente edificio, e non si oppose alla realizzazione di un nuovo prospetto per lo stabile in costruzione.
Il progetto è elaborato con l'ingegner Vittorio Dubini, calcolatore dei cementi armati e delle strutture portanti in genere. La prima versione, approvata dal Comune nel 1949, fu integrata da una serie di modifiche l'anno successivo relativamente al sopralzo di un piano dello stabile e alla formazione di locali ad uso abitazione al piano sottotetto. Questa modifica all'edificio fu dapprima respinta dagli Uffici Municipali in ragione dei rapporti con la monumentalità della piazza, ed in seguito approvata dopo la richiesta della proprietà per un riesame della pratica relativa all'abitazione ricavata nel sottotetto, allegando cinque fotografie a dimostrazione che la modifica, peraltro accolta dalla Soprintendenza, non avrebbe influito negativamente sul prospetto dell'edificio in costruzione.

Uso attuale: intero bene: abitazione

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

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Fonti e Documenti

Archivio Civico Milano, Edilizia privata, atti n° 172827/1952

Percorsi tematici:

Collegamenti

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2006)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

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