Chiesa di S. Giovanni Battista - complesso

Domaso (CO)

Indirizzo: Via San Giovanni (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Domaso (CO)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Epoca di costruzione: sec. XII - sec. XIII

Comprende

Descrizione

La chiesa si trova all'interno del nucleo abitato di Domaso e sorse sul luogo di un'antica cappella dedicata a S. Caterina d'Alessandria, risalente probabilmente al XII secolo. L'edificio era parte del Convento degli Umiliati, documentato a partire dal XIII secolo, soppresso nel 1571 e rifondato nel XVII secolo dai Cappuccini che realizzarono una nuova chiesa dedicata a S. Antonio. Gli altri fabbricati che componevano il convento, utilizzati come caserma dopo la soppressione del convento, furono abbattuti nel XX secolo e dell'antico complesso resta solo la chiesa di S. Giovanni, sconsacrata a trasformata in abitazione. L'edificio, costruito probabilmente nella seconda metà del XV secolo, presenta una facciata a capanna scandita da semplici lesene con un portale in pietra arenaria, di gusto rinascimentale, sormontato da un timpano che conserva i resti di un affresco raffigurante S. Giovanni Battista. Ai lati del portale sono posizionate due finestre, probabilmente ridotte rispetto alla dimensione originale, e sopra il timpano si apre un oculo con cornice dipinta. Sul fianco settentrionale, lungo la strada, si trovano un portale laterale in pietra, con soprastante lunetta, e il campanile, con struttura a torre sormontata da cuspide, caratterizzato da interessanti elementi decorativi. Sul lato orientale si conservano piccole porzioni di intonaco dipinto con motivi geometrici; le cornici marcapiano sui quattro lati sono sottolineate da archetti pensili realizzati con elementi in cotto come i dentelli nella parte terminale della cella campanaria e infine le monofore e le bifore della parte terminale presentano cornici in cotto. All'esterno dell'abside restano tracce di una decorazione dipinta a motivi cruciformi ed una cornice a dentelli in cotto. L'interno della chiesa, a navata unica su arcate ogivali, è stato ampiamente trasformato e sono stati rimossi alcuni degli affreschi lungo le pareti. Dell'antica veste decorativa resta un affresco raffigurante la Deposizione, ricollocato sulla parete settentrionale.

Notizie storiche

L'edificio era inserito nel Convento degli Umiliati, fondato secondo la tradizione nel 1160 da Giovanni da Meda, e documentato a partire dal XIII secolo. La chiesa, dedicata a S. Giovanni Battista, fu eretta nel corso del XV secolo sul luogo di un'antica cappella, dedicata a S. Caterina d'Alessandria, risalente probabilmente al XII secolo, descritta nella visita pastorale del 1593. La struttura e gli elementi della chiesa sembrano documentare una prima fase quattrocentesca alla quale paiono riconducibili la struttura ad archi ogivali, l'abside quadrata, la facciata ed il campanile. Nel corso del XVI secolo fu probabilmente completato l'assetto decorativo con l'aggiunta dei portali in pietra, di gusto rinascimentale, e degli affreschi fra i quali un'Annunciazione del 1512 opera del pittore comasco Giovanni Andrea De Magistris. L'ordine maschile degli umiliati, tuttavia, venne soppresso da Papa Pio V con decreto del 7 febbraio 1571 e il convento, che ospitava solo cinque frati, fu abbandonato. Poco dopo, nel 1573, i Cappuccini, fecero richiesta del monastero di Domaso e lo sistemarono grazie al sostegno economico di Tommaso Odescalchi, senatore di Milano. La chiesa venne riaperta nel 1588 e la cappella di S. Caterina d'Alessandria fu arricchita con una pala d'altare, commissionata dallo stesso Odescalchi, e successivamente trasferita nella chiesa di S. Antonio. Nel frattempo la crescita della comunità religiosa rese il convento insufficiente a soddisfare le necessità dei cappuccini che nel 1623 decisero di riedificare il complesso e di costruire una nuova chiesa dedicata a S. Antonio da Padova. I lavori furono avviati nel 1624 e la nuova chiesa fu consacrata nel 1646. Di conseguenza venne abbandonata la chiesa di S. Giovanni Battista. Nel 1802, a seguito della soppressione del convento, il complesso venne usato anche come caserma e venne poi ceduto a privati.
Nel 1968 il proprietario della chiesa, Conte Lodovico Gallarati Scotti, previa autorizzazione della Soprintendenza, fece strappare gli affreschi conservati nell'interno ed esposti alle infiltrazioni del tetto, che furono trasferiti nella Villa Melzi di Bellagio. Nello stesso anno furono demoliti gli altri edifici del convento per fare posto ad un immobile residenziale. La chiesa, venduta negli anni successivi, è stata oggetto di un recente intervento di restauro ed è stata trasformata in abitazione.

Uso attuale: chiesa: abitazione

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà mista pubblica/privata

Riferimenti bibliografici

Diocesi di Como, La Diocesi di Como. Dati e notizie per il 2005, Lipomo 2005

Pescarmona, D./ Rossi, M./ Rovetta, A., Alto Lario Occidentale, Como 1992

Zecchinelli, M., Le tre Pievi: Gravedona Dongo Sorico, Menaggio 1995

Rossi, M./ Rovetta , A., Pittura in Alto Lario tra Quattro e Cinquecento, Milano 1988

Classe II A, Scuola Media Carlo Linati, Gravedona, Domaso. Un paese sul filo della memoria, Gravedona 2004

Zecchinelli, M., L'Alto Lario, Como 1966

AA. VV., Domaso. Vicende e immagini nel tempo, Milano 2004

Domaso. Gentil, Domaso. Gentil Paese. Periodico dell'Amministrazione Comunale in collaborazione con enti e Istituzioni locali, La Chiesa di S. Giovanni, Gravedona 2006

Credits

Compilazione: Leoni, Marco (2007)

Aggiornamento: Galli, Maria (2009)

Descrizione e notizie storiche: Leoni, Marco

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