Chiesa di S. Martino

Albiolo (CO)

Indirizzo: Via per Caversaccio (Fuori dal centro abitato, isolato) - Albiolo (CO)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Epoca di costruzione: fine sec. XII - inizio sec. XIII

Descrizione

La chiesa, collocata in posizione isolata ad ovest del centro abitato nei pressi del cimitero, rappresenta una testimonianza significativa sia per le vestigia di epoca romanica sia per i numerosi affreschi votivi che decorano le pareti interne e il prospetto meridionale.
L'edificio presenta una semplice facciata a capanna al centro della quale si trova il portale d'ingresso sormontato da un affresco raffigurante San Martino. Sul fianco meridionale è addossato un portico, con pilastri quadrangolari, in cui si conservano vari affreschi votivi risalenti al XV secolo: una Madonna col Bambino, la Pietà, Sant'Antonio Abate, San Martino. Particolarmente interessante l'abside romanica a base semicircolare, caratterizzata da muratura in pietra a vista, ripartita da semplici lesene con archetti ciechi e dentelli, in cui si aprono due piccole monofore. Sulla parete dell'abside esposta a sud si conserva anche un affresco quattrocentesco in cui è raffigurata la Madonna del Latte. Sul fianco settentrionale della chiesa sono collocati i locali della sagrestia e l'alto campanile settecentesco, scandito da fasce marcapiano e cornici ad intonaco.
L'interno conserva l'impianto romanico a navata unica senza cappelle laterali e il tetto a capriate lignee con pianelle in cotto. Le pareti laterali sono particolarmente ricche di affreschi votivi realizzati fra il XV ed il XVI secolo. Sul lato sinistro si conservano varie raffigurazioni disposte su due ordini. Nel registro inferiore due affreschi con Sant'Orsola e le consorelle e San Martino, due opere attribuite alla bottega dei De Seregno, una Madonna del latte su trono gotico con il Bambino che impugna un rametto con il fico, eseguita dopo il 1450, vicino alla porta della sacrestia una Crocifissione con la Madonna, San Giovanni e Santa Margherita e nell'angolo in basso lo Sposalizio mistico di Santa Caterina. Nell'ordine superiore si possono osservare affreschi cinquecenteschi in cui sono rappresentati San Maurizio e San Martino; una Crocifissione (frammento); una Madonna con il bambino e San Rocco, una Madonna con il bambino e l'offerente. Sulla parete destra si conserva un affresco con Sant'Antonio Abate e San Bernardino da Siena, attribuito alla bottega dei De Seregno. Ai piedi della figura di San Bernardino sono raffigurate tre Mitrie a ricordo del triplice rifiuto della nomina a Vescovo. Seguono lungo la parete due affreschi che raffigurano una Madonna del latte in trono, al cui fianco c'è il committente inginocchiato, e una Madonna del latte in trono della prima metà del XVI secolo, detta Madonna del Miracolo per un evento straordinario avvenuto il giorno di Pasqua del 1705. La decorazione della chiesa è completata dagli affreschi cinquecenteschi nella zona absidale, tradizionalmente attribuiti a Giovanni Battista Tarilli, e per i quali è stato recentemente proposto il nome di Cesare Carpani. Il ciclo, datato 1568, comprende la scena dell'Annunciazione posta sopra l'arco di accesso, la figura del Cristo Pantocratore e degli Evangelisti nel catino absidale e le figure degli apostoli sulle pareti.

Notizie storiche

Non esistono documenti che consentano di stabilire la data di edificazione della chiesa di San Martino ma le caratteristiche degli elementi romanici dell'abside semicircolare, lesene verticali, archetti ciechi e due piccole monofore, hanno suggerito una datazione fra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo. Altri indizi che sembrano confermare la costruzione dell'edificio in epoca romanica possono essere individuati nella modesta facciata a capanna, nella navata unica, nelle capriate lignee e nell'arcone del presbiterio in pietra. In una fase successiva fu aggiunto il portico, realizzato probabilmente nella seconda metà del XV secolo, prima dell'esecuzione degli affreschi sulle pareti esterne. A questo periodo, infatti, risale una prima campagna decorativa della chiesa testimoniata da numerosi affreschi votivi disposti lungo le pareti interne della chiesa, realizzati probabilmente fra il 1450 ed il 1470, ma anche da alcuni affreschi sulla parete esterna. Probabilmente nel corso del Quattrocento furono aggiunti anche i vani sul fianco nord dell'aula, in cui si trova la sacrestia. Nel secolo seguente la chiesa fu interessata da una seconda fase decorativa che comprende alcuni degli affreschi sulle pareti dell'aula, riconducibili alla prima metà del XVI secolo. L'ultima campagna decorativa è documentata invece dal ciclo absidale che fu concluso nel 1568, come testimonia un'iscrizione inserita in una finta lapide. Nel corso del XVIII secolo, probabilmente a seguito di un evento prodigioso che risale al 1705, nella chiesa fu inserita una statua della Madonna e iniziò la tradizione di una festa in onore della Vergine, celebrata in occasione della ricorrenza di Sant'Anna, da cui deriva la più recente dedicazione della chiesa. Nello stesso secolo fu aggiunto l'alto campanile, completato nel 1736, in sostituzione dell'originario campaniletto composto da due pilastrini posizionati sopra il muro dell'arcone. Nel corso dell'epidemia di colera del 1836 la chiesa fu adibita a lazzaretto e fu successivamente oggetto di interventi di disinfezione che portarono probabilmente alla stesura di uno strato di calce sulle pareti che occultò gli affreschi. Le decorazioni interne infatti furono riportate alla luce solo nel mese di luglio del 1953 e furono oggetto di un successivo intervento di restauro ad opera di Torildo Conconi, realizzato fra il 1961 ed il 1962. Gli affreschi furono nuovamente interessati da restauri nel 1984 e nel 2003.

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Credits

Compilazione: Leoni, Marco (2008)

Aggiornamento: Galli, Maria (2009)

Descrizione e notizie storiche: Leoni, Marco

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).