Villa Sanga Trecco - complesso

Crotta d'Adda (CR)

Indirizzo: Via Acquanegra, 5-15 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Crotta d'Adda (CR)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: Articolato complesso edilizio costituito dal fabbricato principale della villa che si affaccia sul grande giardino verso la strada e da altri edifici di abitazione e corpi rustici che si innestano al volume principale e definiscono diverse corti agricole.

Epoca di costruzione: seconda metà sec. XVI - fine sec. XIX

Descrizione

Al centro del piccolo borgo di Crotta d'Adda, lambito dal fiume, è situato il complesso di Villa Stanga. Provenendo da est e percorrendo via Acquanegra si incontrano i fabbricati rurali che affacciano sul percorso e si articolano ad oriente intorno al corpo padronale. La villa è in posizione arretrata rispetto alla strada ed è preceduta da un ampio giardino quadrangolare con aiuole, una fontana centrale ed alberi d'alto fusto, in origine l'ideale prolungamento dell'ingresso padronale lungo un asse che collegava la Villa all'approdo sull'Adda. La fronte principale è scandita da lesene e specchiature in cui si inseriscono un porticato a colonne binate a piano terra e una loggia con aperture a serliana al piano superiore; la facciata barocca è coronata da un fastigio al cui centro è collocato un orologio. All'interno il salone centrale a piano terra conserva un soffitto a volte affrescato, mentre le sale laterali hanno soffitti a cassettoni. La villa è racchiusa tra due ali di edifici colonici che abbracciano lateralmente il giardino, mentre nella parte retrostante, attigui alla villa, si trovano l'oratorio settecentesco e la cappella Stanga, dedicata ai SS. Gioacchino e Anna. A nord-est della villa la caratteristica 'Corte della legna', su cui si affaccia un lungo edificio, all'epoca denominato l'Arsenale, ha la facciata animata da una serie di nicchie contenenti busti in terracotta di alcuni esponenti della famiglia Stanga.

Notizie storiche

Fin dal XVI secolo il paese di Crotta d'Adda è dimora del marchesato Stanga, che nel 1560, in quel luogo salubre e così adatto alla coltivazione ed ai soggiorni estivi, inizia ad effettuare i primi acquisti di terreni. A quell'epoca gli Stanga erano già proprietari, oltre dei palazzi di città, del castello di Annicco e della tenuta di Farfengo. A Giulio Stanga viene attribuita la costruzione, nella seconda metà del Cinquecento, del corpo più antico del palazzo; all'edificio si aggiungono nel XVIII secolo la Cascina Palazzo e le stalle. L'ampliamento dei possedimenti terrieri porta alla costruzione di diverse rogge, tra cui la nuova "Roggia Stanga" o Bernardella, necessarie per l'irrigazione e la conversione a coltivo di aree paludose. E' a Idelfonso Stanga che si devono le opere di miglioria dei fondi agrari e le importanti modifiche agli edifici della corte colonica che portano alla ricostruzione della stalla e alla realizzazione, agli inizi del Novecento, di un nuovo e moderno fabbricato per l'allevamento dei suini, di cui rimangono i resti. Negli anni successivi alla sua costruzione la villa subisce diversi interventi di ristrutturazione che ne alterano la forma originaria: intorno al 1840 ci sono i primi rimaneggiamenti del palazzo su progetto dell'architetto Carlo Visioli, ripresi e completati alla fine dell'Ottocento dall'architetto Augusto Brusconi. Il complesso è ancora oggi proprietà dei discendenti del casato Stanga e ne mantiene la funzione agricola ed abitativa.

Uso attuale: agricolo; abitazione; ricettivo

Uso storico: abitazione, agricolo

Condizione giuridica: proprietà privata

Credits

Compilazione: Marino, Nadia (2013)

Aggiornamento: Marino, Nadia (2015)

Descrizione e notizie storiche: Marino, Nadia

Fotografie: Marino, Nadia

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).